LEGGI interpellanza Sbarbati n. 2-02593 del 20 settembre 2000 (vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti sezione 1)

BOZZE NON CORRETTE


Stenografico Aula in corso di seduta

Seduta n. 794 del 19/10/2000

La seduta, sospesa alle 13,30, è ripresa alle 15.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE LORENZO ACQUARONE

Svolgimento di interpellanze urgenti.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interpellanze urgenti.

(Applicazione della legge n. 508/99 relativa alla riforma del settore artistico)

PRESIDENTE. Cominciamo con l'interpellanza Sbarbati n. 2-02593 (vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti sezione 1).
L'onorevole Sbarbati ha facoltà di illustrarla.

LUCIANA SBARBATI. Signor Presidente, mi riservo di intervenire in sede di replica.

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, onorevole Cananzi, ha facoltà di rispondere.

RAFFAELE CANANZI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, l'interpellanza in esame attiene alla riforma delle accademie e dei conservatori e, sostanzialmente, sollecita l'istituzione del comparto autonomo per la contrattazione collettiva previsto dalla legge n. 508 del 1999.
In risposta alle osservazioni formulate dagli interpellanti, vorrei comunicare quanto segue, anche in relazione agli elementi acquisiti dal Ministero della pubblica istruzione e dal Ministero dell'università e della ricerca scientifica e tecnologica.
Il dipartimento della funzione pubblica aveva puntualmente inviato al Ministero della pubblica istruzione i propri elementi di competenza, per la risposta ad analoga interrogazione presentata da alcuni deputati ed avente come prima firmataria l'onorevole Sbarbati. A quell'interrogazione fu data risposta il 20 luglio scorso. Il sottosegretario Manzini, in quella circostanza delegato per la risposta, aveva comunicato l'istituzione, presso il Ministero dell'università e della ricerca scientifica e tecnologica, di una struttura che dovesse assumere direttamente la gestione della fase di trasferimento del personale delle accademie e dei conservatori - come disposto dalla legge n. 508 del 1999 - anche in previsione della costituzione del comparto autonomo di contrattazione collettiva. Inoltre, in quella sede, il sottosegretario comunicò che per l'istituzione del comparto autonomo era necessaria l'approvazione - da parte dell'organismo di coordinamento dei comitati di settore previsto dall'articolo 46, comma 5, del decreto legislativo n. 29 del 1993 - di un atto di indirizzo all'Aran, con l'indicazione delle modalità per la citata istituzione, ivi compresa l'individuazione delle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative e la conseguente modifica dell'accordo quadro, sottoscritto il 2 giugno 1998, tra l'Aran e le confederazioni sindacali maggiormente rappresentative, così come disposto dall'articolo 47-bis del citato decreto legislativo.
Occorre, in proposito, osservare che la disposizione dell'articolo 2, comma 6, della legge n. 508 del 1999, richiama espressamente il decreto-legislativo n. 29 del 1993, con le successive modificazioni ed integrazioni, e stabilisce la costituzione di un apposito comparto in due distinte aree di contrattazione, rispettivamente per il personale docente e non docente. Le modalità per la effettiva costituzione del comparto nelle due distinte aree e le forme per lo svolgimento della contrattazione resterebbero prive di disciplina, se non si facesse espresso riferimento al decreto legislativo, peraltro esplicitamente richiamato nella norma in esame. Pertanto, sull'applicazione del citato decreto legislativo, per la parte non afferente alla costituzione in principio del comparto, non sembra possa esservi dubbio.
A seguito dell'esame della complessiva normativa in vigore e sentite le amministrazioni competenti, in data 10 ottobre scorso su convocazione del ministro per la funzione pubblica si è riunito l'organismo di coordinamento dei comitati di settore che ha deliberato l'atto di indirizzo all'Aran per la costituzione del comparto autonomo in parola, articolato in due distinte aree di contrattazione, rispettivamente per il personale docente e non docente.
Nell'ambito del nuovo comparto sarà inoltre prevista un'apposita sezione disciplinare per i direttori dei conservatori di musica dell'accademia di belle arti, degli istituti superiori per le industrie artistiche e delle accademie nazionali di arte drammatica e di danza, ai sensi dell'articolo 25-ter, comma 3, del decreto legislativo n. 29 del 1993. Si dispone, con recente legge di modifica - il decreto legislativo n. 59 del 1998 - l'equiparazione della dirigenza dei conservatori e dei detti istituti alla dirigenza dei capi di istituto di cui al primo comma dello stesso articolo 25-ter.
La contrattazione collettiva avrà decorrenza dal 1o gennaio 2002 al 31 dicembre 2005 per la parte normativa e dal 1o gennaio 2002 al 31 dicembre 2003 per quella economica, in coincidenza con i rinnovi relativi al restante personale dei comparti e delle aree.
L'organismo, inoltre, ha raccomandato all'Aran di tener conto delle peculiarità professionali del personale dell'istituendo comparto, in fase di contrattazione collettiva per il comparto scuola, dove attualmente il personale richiamato nella legge n. 508 del 1999 è inserito e ciò, naturalmente, in relazione al biennio economico 2000-2001. Nel medesimo atto di indirizzo sono state indicate le modalità per la rilevazione della rappresentatività delle organizzazioni sindacali. Nell'atto di indirizzo si dice che nella fase delle elezioni per la costituzione delle rappresentanze sindacali unitarie del comparto scuola, che si svolgeranno dal 13 al 16 dicembre 2000, l'Aran dovrà operare una distinzione tra i dati relativi al personale di detto comparto ed a quello che dovrà transitare nel nuovo comparto, in modo che i criteri per la definizione della rappresentatività del futuro comparto siano analoghi a quelli previsti per tutto il personale pubblico, così come disposto dagli articoli 47 e 47-bis del decreto legislativo n. 29.
Infine, l'organismo di coordinamento dei comitati di settore ha rivolto invito all'Aran a convocare in tempi rapidi le confederazioni sindacali per la definizione concreta delle modalità di svolgimento delle elezioni delle rappresentanze sindacali unitarie del comparto scuola, in considerazione della necessità di rilevare in modo distinto i dati relativi al personale che sarà trasferito nel nuovo comparto. Quest'ultima parte dell'indirizzo, cioè quella che ha riguardo alla questione delle rappresentanze sindacali ed alla elezione delle stesse, deve ora essere necessariamente armonizzata con il disposto dell'articolo 2-bis introdotto in sede di conversione del decreto-legge 28 agosto 2000, n. 240 - il relativo disegno di legge è stato approvato in quest'aula martedì scorso -, concernente disposizioni urgenti per l'avvio dell'anno scolastico 2000-2001. In virtù della nuova disposizione per cui le elezioni delle rappresentanze sindacali unitarie del costituendo comparto per l'accademia e i conservatori dovranno essere comunque indette entro 30 giorni dall'attivazione del comparto, occorrerà certamente assumere opportune ed idonee iniziative, così consentendo quell'armonizzazione cui ho sopra fatto cenno.

PRESIDENTE. L'onorevole Sbarbati ha facoltà di replicare.

LUCIANA SBARBATI. Signor Presidente, signor sottosegretario, riconosco che vi sono disponibilità e buonsenso nella risposta che oggi ci è stata fornita, ma debbo anche richiamare alcune questioni che a mio avviso non sono di poco conto e coinvolgono un ragionamento tecnico e giuridico per quanto riguarda l'aspetto specifico dell'attivazione del comparto apposito per il personale delle accademie di belle arti e conservatori di musica, così come recita l'articolo 2, comma 6, della legge n. 508 del 1999.

È una legge che abbiamo esaminato per sei lunghi anni, come il sottosegretario ben sa, e che era attesa, da oltre quarant'anni, dal settore artistico-musicale. Si tratta di una legge che ha restituito, per un attimo, fiducia e speranza a tutti gli operatori e agli artisti e che, ancora oggi, stenta a decollare anche se non se ne capiscono bene i motivi o forse si capiscono anche troppo.
So di dire cose che forse possono non piacere a tutti, ma sono abituata a dirle e le dico nella sede dovuta, vale a dire in quest'aula. C'è una sorda resistenza di fondo da parte del Ministero della pubblica istruzione a cedere potere: questa è la vera questione. Infatti, non si comprende perché una legge istituisca il comparto - quindi il Parlamento ha istituito il comparto - e poi si accampi la pretesa per cui dovrebbe essere l'Aran ad istituirlo. Il decreto legislativo n. 29 del 1993 stabilisce che vengono istituiti tali comparti, ma solo quando non ci sono. Visto che c'è una legge che istituisce il comparto, non è l'Aran a doverlo istituire: caso mai, onorevole Cananzi, l'Aran lo deve costituire, cosa ben diversa. Vuol dire infatti che l'Aran deve individuare forme, modi e organizzazioni per farlo funzionare.
Cosa c'è che non va? Ho colto nella sua esposizione una notevole buona volontà - di ciò mi compiaccio - nei confronti della possibilità, giusta e doverosa, di armonizzare quanto da lei affermato con il decreto-legge n. 240 del 2000, approvato qualche giorno fa dalla Camera dei deputati definitivamente. Tale armonizzazione dovrebbe rendere giustizia a questo settore bistrattato per tantissimo tempo che è inserito, per legge, nel cosiddetto terzo settore: mi riferisco alla riforma Berlinguer che prevede scuola di base o dell'obbligo, scuola secondaria e terzo settore. Voglio ricordare, perché probabilmente non solo non lo sanno gli italiani, ma neanche i deputati di questa Camera e forse lo stesso Governo, che nel terzo settore rientrano le università, la FIS (formazione integrata superiore), le accademie, i conservatori e gli ISIA, vale a dire tutto quello che riguarda il mondo artistico. Se sono stati inseriti nel terzo settore, o ci stanno nel modo dovuto e pieno oppure non ci devono stare: la legge ha detto che ci stanno, il Parlamento deve far rispettare questa legge - questo è il senso della mia interpellanza - e il Governo deve mantenere fede e onorare la parola ed i suoi intendimenti.
Dico ciò rivolgendomi sia al ministro dell'università e della ricerca scientifica e tecnologica, che deve essere più incisivo nel reclamare le sue precise competenze e più attivo a fare il suo dovere, sia al ministro della pubblica istruzione, che deve cedere quel potere in base al quale noi teniamo ancora in piedi l'ispettorato dell'istruzione artistica in Italia: non ha più senso e se lo ha, lo ha solo per la parte di competenza del Ministero, che non riguarda accademie, conservatori e gli ISIA.
Ho denunciato così il problema politico e culturale della questione. Passo adesso al problema tecnico, onorevole Cananzi, perché lei giustamente mi ha dato delle interpretazioni tecniche anche comparate rispetto al decreto n. 29 del 1993 ed alla legge n. 508 del 1999. Se non vado errata, lei ha richiamato gli articoli 45 e 46 ed io le debbo dire che sono in parte d'accordo con lei, perché dalla lettura di entrambi gli articoli, come ho detto poco fa, discende che il Parlamento ha istituito l'apposito comparto, ma, di fatto, a mio avviso, onorevole Cananzi, si è superato il dettato dell'articolo 45, perché lo si costituisce in via legislativa, sostituendosi, quindi, in questo senso, alle confederazioni e all'Aran.
Credo di poter dare un'interpretazione analoga dell'articolo 46, comma 5, che lei ha citato, perché in questo articolo si parla di stipulazione di accordi per definire o modificare comparti o le aree già esistenti di cui all'articolo 45 o che regolano istituti comuni a più comparti o a tutte le pubbliche amministrazioni. Onorevole Cananzi, lei sa che nessuna di queste situazioni si configura nel caso delle accademie dei conservatori, non solo perché questo è stato istituito con legge e, quindi, dal Parlamento, ma perché lo stesso Parlamento ha provveduto a fare quel che lei ha già detto che si farà, vale a dire a distinguerlo in aree separate: personale docente e personale non docente. Quindi non sono necessarie, di fatto, tutte quelle procedure che sono afferenti agli articoli 45 e 46 del decreto legislativo n. 29 del 1993, compresa la revisione del contratto collettivo nazionale per i quadri del 2 giugno 1998. Questa è una interpretazione che mi sento di dare avendo seguito tutto l'iter di questi procedimenti per ben quasi nove anni.
Dico anche che la legge di conversione del decreto n. 240, ha precisato in maniera inequivocabile che le elezioni per le RSU delle accademie e dei conservatori non si possono confondere con quelle previste per il comparto scuola, del prossimo 31 dicembre. A tale riguardo valuto in termini positivi la parte finale del suo intervento. Mi auguro che lei con la sua autorevolezza possa incidere avendo parlato in quest'aula anche a nome suo oltre che a nome del Governo perché effettivamente le cose possano svolgersi in questo modo. Non è infatti possibile - come si è sostenuto da qualche parte - far votare diciamo così le istituzioni di alta cultura che afferiscono alla legge n. 508 unitamente alle scuole di ogni ordine e grado. Ciò significherebbe ancora una volta abbassarle al rango inferiore e ad un livello di secondarietà, dal quale le abbiamo fatte uscire con una legge per la cui approvazione abbiamo impiegato oltre quarant'anni.
Le questioni sono un po' controverse. Se si ritiene che l'apertura sia già avvenuta (lei ha citato alcuni passi di un atto di indirizzo che io non conosco) allora penso che sia indispensabile che l'indizione e il coordinamento di queste elezioni per le istituzioni in questione provengano dal Murst. Aggiungo che possono prevenire solo dal Murst e non come finora si è fatto in maniera testarda da parte del Ministero della pubblica istruzione che invece ritiene il contrario!
L'avvenuta apertura di questo comparto, se si vuole essere logici, ci mette nell'impossibilità di proseguire le trattative nel comparto scuola. Se è così, chiudiamo il discorso relativo al comparto scuola e apriamo un altro discorso, altrimenti agiamo diversamente oppure avviamoci verso quel percorso che lei ha abbozzato perché mi pare che comunque sia un'apertura che dobbiamo accettare in maniera positiva e sulla quale dobbiamo lavorare per chiarire al meglio una situazione molto complessa.
A me corre l'obbligo di dire e di rilevare in coscienza, anche dal punto di vista politico, che c'è troppa ostilità da parte del Ministero della pubblica istruzione verso il decollo di questa riforma che probabilmente non ha voluto. È una ostilità che si taglia con il coltello; è materiale, non solo è visibile ma è tangibile. Ma questa è una riforma che ha voluto il Parlamento - Dio santo! - e le leggi in questo Stato che è ancora democratico le fa anche il Parlamento e non può farle soltanto il Governo! Quindi se a qualcuno questa riforma non è piaciuta, deve sapere che questa legge oggi c'è e va rispettata anche con riferimento al profilo della gratificazione professionale delle persone che vi lavorano.
Lei deve sapere che da oltre un anno le persone che con un incarico annuale non sono pagate. Ecco perché si tratta di questioni che noi dobbiamo risolvere con posizioni chiare e non dicendo: io non disturbo te e tu non disturbi me! Qui c'è poco da disturbarsi a vicenda. Ogni ministero ha le proprie competenze, la legge le ha assegnate con molta chiarezza. Il ministro Zecchino faccia il suo dovere e il ministro della pubblica istruzione faccia un passo indietro e compia i passi di sua competenza. Si vada avanti dando a questo settore il valore e la valenza che deve avere sul piano nazionale ed internazionale perché questo è un settore che ce l'ha e che può contare su professionisti di altissima qualità, con curricula e corsi di studio importantissimi ai quali si iscrivono gli studenti che provengono da tutti i paesi del mondo. Perché mai allora noi dovremmo far soffrire impunemente queste persone, questi professionisti quando ad altri si regala tutto? Perché mai gli altri vengono a perfezionarsi da noi e noi non riusciamo ancora a far sentire queste persone e questi professionisti nell'ambito giusto che li deve riguardare, cioè nell'ambito dell'alta cultura e di livello universitario?
La musica italiana, l'arte italiana, signor sottosegretario Cananzi, hanno bisogno di respirare in un clima di libertà. Non può essere che continuino a soffrire nella secondarizzazione, devono liberare le proprie energie, le proprie risorse, la propria creatività in una chiarezza legislativa, in una chiarezza contrattuale che deve rendere giustizia anche delle loro professioni, ma soprattutto con una serenità di rapporto con le istituzioni che fino ad oggi in qualche modo, piano piano, è stata sempre più affievolita dal comportamento delle istituzioni.

Mi sento di ringraziarla perché ho colto l'apertura, che non mi pare, però, sufficiente, sottosegretario Cananzi. Mi auguro che lei abbia colto il senso di questa mia interpellanza così accalorata perché tratta di un problema che seguo da tanto tempo e che mi sta a cuore, come mi sta a cuore il patrimonio artistico-culturale affidato in Italia a queste istituzioni. È la nostra immagine, è il nostro passe-partout nel mondo, è stata la nostra carta d'identità fino a ieri e non può essere che domani non lo sia più.