Ricordo di Sandro Gigliotti

di Dora Liguori

Rif. 023/S
15-03-03

Venerdì 14 marzo è venuto improvvisamente a mancare il Prof. Sandro Gigliotti e questo triste evento, che comunque appartiene alla nostra avventura terrena, quando cade su un uomo come Sandro Gigliotti lascia stupefatti ed increduli poiché, a prescindere dall’ancor giovane età, egli era l’immagine stessa di un impegno vitale che appariva privo di stanchezze o limiti.

In questi giorni, come avviene in simili tristi circostanze, in molti ricorderanno le sue qualità e il suo impegno sociale; per quanto mi riguarda, invece, sento l’obbligo di sottolineare un aspetto che a mio parere è stato tanto fondamentale da incidere profondamente sull’evoluzione della scuola italiana.

Il mio è un ricordo che va lontano e si rifà ai primissimi anno ’90 quando, ad una delle tante trattative per la scuola presso “Palazzo Vidoni” e dopo oltre 10 anni di impegno sindacale, alla guida dell'U.N.A.M.S., vissuti in totale solitudine, scoprii di avere finalmente trovato un "compagno a duol", duol perché certe affermazioni, mie e di Damiani, risultavano tutt'altro che comode e condivise da altri. In quella occasione ebbi modo di apprezzare le idee, gli argomenti e la dialettica dell'appassionato leader di una neo-nata associazione della scuola “Gilda degli Insegnanti” che rispondeva al nome di: Sandro Gigliotti. Dopo pochi mesi da quel primo incontro le “alchimie” per l’ottenimento della rappresentatività sindacale inducevano sia l’U.N.A.M.S. che la GILDA a individuare un partner sindacale. Memori di quelle riscontrate unicità di idee il Prof. Gigliotti ed io fummo portati di nuovo ad incontrarci per meglio verificare i comuni intendimenti e, come logica conseguenza, dare vita ad un progetto federativo. Da quel momento, forti dell’unione, nel panorama stanco ed appiattito del sindacalismo della scuola, la nuova Federazione Gilda-UNAMS impose un modello nuovo del “fare sindacato”, un modello che senza scendere in un accentuato estremismo intendeva sostenere, con la forza della ragione, la necessità di una politica che riuscisse ad estrarre, dopo un ventennio avvilente, la scuola italiana dalla palude nella quale si dibatteva: ovvero il concetto della “dignità della docenza”.

Un simile concetto, ai più, oggi potrà sembrare semplice, ovvio e scontato; era invece, per quel tempo, qualcosa di sconvolgente poiché andava a dirompere i convincimenti in una società che, dal ’68 in poi, aveva teorizzato ed imposto la massificazione e la caduta dei valori della scuola. Non a caso chi propugnava questi ritenuti sorpassati valori andava a guadagnarsi l’accusa di “corporativismo” con conseguente ghettizzazione. Infine una specie di “condanna biblica” alla quale i sindacati tradizionali non avevano saputo sottrarsi, vittime anche loro, di una forma di coercizione mentale operata da chi, per interessi politici, proprio attraverso la massificazione intendeva ottenere il controllo anche delle “menti” del cittadino. I portatori di queste idee erano, pertanto, poco meno di... sovversivi, con tutto quel che ne derivava.

Questi i valori della Federazione Gilda-UNAMS, questo il valore storico del fondatore della GILDA: Professor Gigliotti.

Dora Liguori