Comunicato Stampa
Unione Artisti
UNAMS

Ulteriore risposta al M° Paolo Troncon (seconda lettera pubblicata in calce)

Risposta

Rif. 084
09-12-13


Il Segretario Generale

Al Presidente della Conferenza dei Direttori
dei Conservatori di Musica
M° Paolo Troncon

Gentile Presidente,
nel vero spirito del Natale, compendio di dialogo, tolleranza e attenzione per il prossimo, desidero augurare a Lei e a tutti i Direttori, componenti la Conferenza, un lavoro proficuo, il quale, nell'interesse di tutti, voglia perseguire una stagione nuova per l'AFAM.

Per quanto, invece, attiene al mio impegno sindacale, con la stessa combattività di sempre, non posso che continuare a stare dalla parte di chi spera di giungere, nel più limpido dei modi, ad una tranquillità lavorativa, ovvero sto dalla parte di chi, al momento, per le inadeguate certezze del domani, è ancora in posizione debole. Ritengo infatti che a “tutelare i potenti” ci sia sempre la fila, mentre siano gli altri, quelli senza santi che, voltandosi, potrebbero ritrovarsi soli.

Ed è tenendo ben presenti dette finalità che sono in attesa di convocazioni ministeriali circa l'attuazione della legge sul precariato, convocazioni che, per i miei gusti, stanno già tardando troppo a giungere.

Gentile Maestro, vede, qualcuno, volendo malevolmente giudicare il mio operato sindacale, contrabbanda la mia determinazione per aggressività; essa, invece, altro non è che la giusta maniera con la quale sempre dovrebbe porsi un sindacato verso l'Amministrazione, la quale, per sua natura, è bene rammentare, rappresenta la controparte. Pertanto civilissimo dialogo ma fermo, dignitoso e mai acquiescente, altrimenti ... ad andarci bene sarebbero solo i sindacalisti e non i lavoratori!

E mi creda, fare opposizione ai potenti non è cosa facile, anzi impervia e per questo poco frequentata.

Insomma vorrei, con tutta umiltà ma grande convinzione, onorare i grandi valori, quelli autentici, del sindacalismo del primo Di Vittorio, o quello antecedente e misconosciuto di San Giovanni Bosco che, il 2 Febbraio 1852, dopo una lunga lotta con la polizia sabauda, firmò il primo, in assoluto, contratto di lavoro. Le assicuro che il documento stilato dal Santo era dalla parte del lavoratore; anzi conteneva intuizioni e clausole tanto avanzate che l'ARAN, ne sono quasi certa, mai, oggi, s'adatterebbe ad includerle in uno dei suoi protocolli d'intesa.

A proposito di ARAN non pensa che sarebbe ora che anche noi dell'AFAM potessimo rinnovare il nostro contratto già scaduto da tempo? Io l'ho chiesto più volte ma, sul merito, tutto tace!

Che ne dicono i direttori?

Al momento, però, torniamo all'imminente Natale e al prossimo 2014 e al mio affettuoso auspicio di serenità e buona salute per tutti.

Cordialmente Dora Liguori

(Lettera ricevuta via e-mail)

Gentile Dora Liguori,
grazie per la sua risposta.

Io non ho alcuna intenzione di polemizzare con lei e la ringrazio per l'atteggiamento di apertura che ho colto nelle sue parole.

Abbiamo concezioni molto diverse, indubbiamente, ma forse obiettivi comuni. Se ritiene opportuno dialogare, io sono disponibile. Anche perché dialogare sempre tra chi la pensa esattamente nello stesso modo può essere alquanto noioso.

Una sola osservazione alla sua lettera.

Io parlo sempre di "interesse delle istituzioni". Lei legge sempre "interesse dei direttori".

Usciamo da questo equivoco. Il Conservatorio vuol dire anche i docenti che lei difende, quelli che per lo più anche il Direttore vuole rappresentare (non sindacalmente). Non esiste la figura del Direttore estraneo dal suo contesto, a parte qualche caso che però si sta estinguendo.

Io poi, per esempio, cerco di stare alla larga dalle commissioni per fare le graduatorie d'istituto. Se ci sono direttori che si comportano in modo scorretto, e so che ci sono, allora mi aiuti a stanarli! E anche mio interesse e interesse della Conferenza farlo!

Infine io accolgo volentieri il suo consiglio di non fare agli altri quello che non vorremmo fosse fatto a noi stessi, sulla questione precari.

Ma io sono entrato in ruolo dopo nove anni di precariato negli anni Novanta, dopo decine di graduatorie e ricorsi SOLO per aver superato un concorso per esami e titoli alquanto duro, con 600 iscritti, dove sono arrivato terzo per soli cinque posti di ruolo assegnati!

Francamente la mia storia è stata più dura di buona parte di questi precari, e per quanto possa essere solidale con loro e mi auguri che presto trovino soluzione alle loro aspettative, non posso sentirmi in debito con nessuno.

Io auguro a tutti di avere quel che si meritano, in base alle loro qualità però, esattamente come è stato per me!

Un cordiale saluto
Paolo Troncon