Comunicato Stampa
Unione Artisti
UNAMS

Risposta a lettera inviata da M° Paolo Troncon (pubblicata in calce)

Risposta

Rif. 083
06-12-13


Il Segretario Generale

Al Presidente della Conferenza dei Direttori
dei Conservatori di Musica
M° Paolo Troncon

Gentile Presidente,
ho letto la Sua risposta e come mia consuetudine Le rispondo con la massima franchezza, non essendo l'ipocrisia fra i difetti che mi si possano attribuire; e ciò anche a costo di parere, come Lei dice, astiosa, parlando d'interessi delle Istituzioni e degli studenti.

Pertanto preciso che:

  • gli interessi delle Istituzioni e degli studenti non possono essere distinti dagli interessi dei docenti, colleghi precari compresi, poiché essi formano un tutt'uno e si compendiano;
  • affermare che io vorrei valutare questi docenti solo sui mesi di docenza e non sulla base qualitativa, non risponde al vero, in quanto come Lei sa costoro sono entrati in Conservatorio, non perché si trovavano di passaggio nei pressi dell'Istituzione, ma proprio sulla base di graduatorie di merito stilate, ripeto, da commissioni spesso presiedute dai direttori. E pertanto, se non voglio offendere le commissioni, debbo ritenere attendibili detti giudizi. Comunque è pur vero che, alla luce della storia, qualche remora esiste essendo stati spesso proprio i migliori ad essere i peggio trattati. E in ogni caso, gentile Presidente, più che ad entrare nel merito di come verrà fatta la graduatoria, personalmente contesto quel diritto di scelta che, a prescindere dal posto in graduatoria ottenuto dai candidati, i direttori si vorrebbero arrogare. Insomma, prendendo a scusante tante belle “parole” circa programmi etc. essi (almeno così si evince dalla mozione) i direttori vorrebbero procedere con la chiamata diretta di quanti, come direbbero i toscani, “più loro aggrada”. Con queste prospettive appare ovvio che un sindacato (degno di tal nome) non possa fare altro che scendere in campo a difesa dei docenti. Infatti, pur non volendo mettere in discussione l'onestà dei soggetti coinvolti (e chi mi conosce sa quanto rispetto nutro per tutti), un tale meccanismo si presterebbe, vuoi o non vuoi, anche a delle umane simpatie, non sempre ispirate dal solo merito artistico e didattico. Senza contare anche il brutto risultato di mettere i precari l'un contro l'altro armati. Se poi all'estero si opera diversamente.... lo credo bene: il sistema è diverso, così come lo sono anche gli stipendi;
  • per tutte queste motivazioni ritengo sia quanto mai delicato entrare nei meccanismi concorsuali e relativa meritocrazia. Ahimè! È proprio usando questa parola che si sono fatti i peggiori abusi! Quindi, premesso che tutti gli aventi diritto sono stati giudicati idonei, in seconda battuta e visto l'andazzo delle formule concorsuali, comprenderà che un sindacato (che non vuol essere compromesso) non può che chiedere che vengano adottati criteri obiettivi, quale appunto potrebbe essere quello dell'anzianità di servizio. Per il resto la giustizia non è di questo mondo!
  • Detto questo, vorrei passare all'argomento principe: “mancata applicazione della riforma e incombente rischio di licealizzazione”. Sempre con la schiettezza di cui sopra e con l'autorità guadagnatami dall'aver fatto una continua battaglia, civile quanto convinta, sull'urgenza di attuare la 508 mantenendone intatti i sacrosanti principi, ci tengo a precisare che non esiste un solo autore della mancata riforma ma tanti autori, poiché in tanti si sono spesi, assicurando a questo non felice progetto politico (cioè di lasciare inattuata la riforma), conforto, acquiescenza e... lasciamo perdere. Pertanto sarebbe onesto che le colpe venissero divise nonché andrebbe riconosciuta una ben amara verità: a parte i soliti avversari, Accademie e Conservatori sono stati massimamente traditi dal di dentro, dicasi dagli opportunisti, i medesimi che, oggi, tentando di capire dove va il vento, sono già all'opera per crearsi una “verginità”.

    Per quanto invece attiene alla presupposta licealizzazione, Lei non dovrebbe neppure pronunciarne la parola perché la tanto volutamente bistrattata (dagli incoscienti etc.) legge 508 è ancora in grado, nonostante tutto, di tutelare le Istituzioni da simile incostituzionale progetto ...a meno che a paventarne la possibilità, non ci si mettano proprio i direttori.

    In ultimo, essendo sempre disponibile ad accogliere i consigli altrui, per una volta lasci che sia io a darne uno ai direttori e soprattutto a Lei che ne presiede la Conferenza; e lo faccio, mi si creda o meno, con spirito amicale e costruttivo.

    Nel mio non facile impegno, per evitare di percorrere vie errate, prima di prendere delle decisioni delicate mi sono sempre rifatta ad una delle massime più valide, e che mi sento appunto di consigliare, ancorché sia stata emessa secoli or sono dai filosofi greci, pare da Confucio e soprattutto da Gesù di Nazareth:

    “Non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te”

    In parole povere occorrerebbe sempre avere buona memoria di quando, prima di essere direttori “democraticamente eletti”, si è stati docenti e precari. Anche perché il già citato Gesù Cristo, come Le è certamente noto, perse le “elezioni” a favore di Barabba, pur tuttavia la storia ha dato ragione ai Suoi insegnamenti.

    Non è facile, ma ogni qualvolta ho avuto la forza di rispettare questa massima, sono riuscita anche ad evitare erronee scelte.

    Cordialmente

    Prof.ssa Dora Liguori

    P.S. A proposito di elezioni democratiche, quando i docenti votano il direttore individuano in esso un collega che sappia dirigere l'Istituzione ma, contestualmente, non lo delegano affatto a rappresentare il loro pensiero a Roma. La conferenza infatti nasce per discutere le varie problematiche di detta conduzione e non certo per esprimere considerazioni e valutazioni politiche. Per le medesime, volendole rappresentare, irreprensibilità imporrebbe che i direttori convocassero prima il proprio collegio dei professori. Senza questo “democratico” passaggio la conferenza di fatto diverrebbe una specie di “miniparlamento”, anzi un “Soviet”, molto poco democratico in quanto organo che decide senza ascoltare il “popolo”!