Comunicato Stampa
Unione Artisti
UNAMS

Cielo: esistono i Conservatori! (una fiction televisiva sui Conservatori) - Di Dora Liguori

Comunicato stampa

Rif. 014
04-02-13

“Cogito, ergo sum” diceva il filosofo Cartesio, e ciò per intendere una verità inoppugnabile, ossia “penso: dunque esisto”. Oggi però non basta pensare per esistere; occorre, invece, come si suol dire in cattivo italiano, “andare in televisione”. E tanto sta avvenendo per i Conservatori di Musica che, pur essendo tra le Istituzioni italiane più famose nel mondo, sono stati sempre ignorati dai vari Ministri dell'Istruzione e dell'Università, nonché dai mass-media, e che, solo ora, essendo approdati in televisione grazie ad una fiction (il massimo), pare se ne vada a scoprire l'esistenza. Pertanto, per la massa degli italiani e dei ministri, è possibile, da oggi, dire che: i Conservatori di musica... esistono!

Detto questo, però, devo ammettere che ho avuto modo di vedere la fiction a seguito delle tante lagnanze che mi sono pervenute (mentre era in corso la fiction), telefonate che mi hanno costretto (ma non è stato un sacrificio) a sintonizzarmi subito sulla prima rete televisiva che trasmetteva appunto lo spettacolo. Infatti, solo così, avendo acquisito un minimo di cognizione di causa, posso ora formulare il giudizio richiestomi; e magari consolare, in qualche modo, anche gli insoddisfatti di cui sopra.

Iniziando dal titolo... ci volevano proprio i cervelli riuniti televisivi per escogitarne uno tanto “intelligente” (Tutta la musica del cuore); titolo, a mio parere, in ritardo di circa cento anni. Infatti, esso sarebbe stato attuale e indicativo qualora ci si fosse riferiti ai primi turbamenti adolescenziali dei giovani fine ottocento, tipo lo strafamoso “Prima carezza”, brano distrutto da tutti gli aspiranti pianisti dell'epoca ma, oggi.... figuriamoci!

In seconda battuta, invece , vorrei rassicurare quegli amici che si sono sentiti leggermente offesi dai contenuti della fiction medesima, dicendo loro: c'è poco da storcere il naso poiché, se è vero che gli sceneggiatori avrebbero potuto anche rappresentare, generosamente, il Conservatorio come un luogo abitato da puri spiriti, detto luogo sarebbe stato, però, poco attendibile oltre che immaginario come la mitica “Camelot”. Infatti, a prescindere dal fatto che neppure a Camelot le cose andarono tutte per il verso giusto, è ancor meno vero che nei Conservatori si aggiri una moltitudine di novelli “Cavalieri della Tavola rotonda”. Purtroppo la realtà italiana (e non solo italiana ) ci racconta che ovunque c'è l'uomo possono esistere gli abusi e i commerci vari, vedi ospedali, università, grandi industrie, fondazioni, e vogliamo aggiungere le banche?

E allora?

Allora, essendo questo quadro non soddisfacente divenuto quasi generale, occorre ammettere che esso altro non è che il risultato di una società che ha facilitato la caduta dei valori e dei sani principi, una società che sempre più è andata ad individuare i suoi campioni vincenti, non già negli idealisti e negli onesti, bensì nei furbi che operano e si destreggiano ai limiti e spesso fuori dalla legalità. Pertanto...

Pertanto trovo che la fiction sia in parte spiacevole ma, visti i tanti interventi operati dalla magistratura in diverse le Istituzioni di Alta Cultura (e mica solo i Conservatori), sia anche, ahimè! realistica. L'unica cosa poco reale consiste invece nel fatto che vi si racconti come, su esposto di un docente, il ministero s'affretti a mandare un ispettore. Nella realtà l'ispettore, in genere, non lo si vede nemmeno dopo le sentenze della citata magistratura. O meglio una tale evenienza potrebbe anche rendersi possibile ma solo in quei casi “specifici” e documentati, quali, ad esempio, quello davvero grave di un cane che ha fatto la pipì innanzi al portone del Conservatorio. La gravità consisterebbe, oltre che nei malcollocati bisogni del povero cane, nel fatto ben più cogente che, facciamo l'ipotesi (solo l'ipotesi raccomanda l'avvocato), a dirigere quel Conservatorio vi sia un direttore il quale, come dire, qualche volta osa cantare da solista, ovvero fuori dal “coro”... evenienza quanto mai scandalosa! Urge, dunque, allineare il pigro cantore; onde per cui cosa ci sarebbe di più educativo dell'invio appunto di un qualche ispettore? Diavolo, la colpa ipotizzabile potrebbe essere, ad esempio... scarsa vigilanza d'incontinenza canina. Per il resto... quisquilie.

In ultimo, ciò che della fiction mi appare però positivo è la rappresentazione che essa dà degli studenti e la passione che essi dimostrano, questa sì reale, per la musica... con o senza il cuore. E poi (come s'esprimerebbe un certo onorevole) diciamolo: viene data la possibilità, in prima serata e sulla rete ammiraglia, di ascoltare musica finalmente valida. Infatti, a prescindere da altre valutazioni, era ora che in questa società malata, anche per effetto del bombardamento continuo di certe musicacce, i giovani ascoltino e sappiano che esistono musicisti quali Bach, Ciaikovski etc. Chissà, se tornasse in uso la frequentazione della buona musica, anche il mondo, senza aspirare alla rifondazione di una novella Camelot, potrebbe divenire migliore. E questo non lo dico io ma tanti psicologi e sociologi.

Pertanto ben venga, al momento, la fiction, augurandoci in contemporanea che non peggiori (qualche sciocchezza tecnica l'hanno già infilata) nelle prossime cinque puntate.

D.L.

P.S A proposito, la fiction, parlando del colpevole silenzio di molti docenti innanzi a determinati imbrogli, afferma, a scusante di ciò, un qualcosa che io vado dicendo da anni: se si risolvesse il precariato vi sarebbero docenti meno silenti.