Unione Artisti
UNAMS

Incontro di mercoledì 20 aprile presso l'ARAN (mobilità ed altro)

Comunicato

Rif. 011
22-04-11

Oggi, mercoledì 20 aprile, si è tenuto presso l'Aran il previsto incontro con i sindacati maggioritari del comparto AFAM sul tema mobilità.

L'unione Artisti UNAMS, presa visione del testo, ha fatto presente che, essendo il testo proposto una specie di rivoluzione sul concetto stesso di mobilità, e di conseguenza una rivoluzione anche su determinati diritti acquisiti dei docenti, esso abbisogna di una riflessione approfondita, anche alla luce di un testo che ci appare poco chiaro e, per così dire, di troppa libera interpretazione a cura delle Istituzioni.

Il documento preparato e consegnatoci (ufficialmente) dall'ARAN altro non è che la logica conseguenza di tutta una serie di regolamenti attuativi emessi, e che all'80 % sono in contraddizione con lo spirito e le volontà espresse dal Parlamento. Nel caso specifico della mobilità lo fa appunto attraverso un malinteso senso dell'autonomia delle Istituzioni che spesso potrebbe sconfinare in una libertà di scelte del tutto soggettive.

Su questo estremo e incondizionato allargamento di competenze, nell'interesse dei docenti, l'Unione Artisti UNAMS ha più volte tentato di richiamare l'attenzione, e ciò al fine di arginare libertà interpretative che potrebbero divenire anche arbitrio. Purtroppo il sindacato lungi dall'essere compreso è stato accusato di bloccare il processo riformatorio; ossia: o ti prendi un testo con annesso veleno oppure, tu sindacato, se tenti di difendere i giusti interessi dei docenti, divieni responsabile dei ritardi della riforma.

Una logica davvero aberrante, e della quale solo oggi s'iniziano a vedere, nella pratica, i frutti e di conseguenza i relativi malumori. Purtroppo il discorso andava affrontato a monte e occorreva che molti intuissero che dietro la filosofia e la logica di quasi tutti i regolamenti emessi c'era un preciso disegno di fondo che, sia pure abilmente nascosto, tendeva ad ottenere una lenta ma pervicace destabilizzazione, come detto, di tutto il sistema AFAM. Un sistema che nel togliere giorno dopo giorno le regole certe dello Stato, di fatto, intendeva in certo qual modo privatizzare le Istituzioni; e ciò nelle sue eccezioni soprattutto negative.

Ad ogni buon conto vogliamo ricordare che il discorso destabilizzante, è iniziato appunto con gli organici - declaratorie - senza le quali non era possibile la frantumazione delle varie discipline. Tutta l'operazione, poi, era spesa per creare una novella classe docente che risultando instabile, era facilmente gestibile. Infine si azzeravano progressivamente tutte le regole certe per passare ad una fase di dipendenza che non è, come qualcuno dice, autonomia dell'Istituzione bensì precarietà dell'intero settore e di un'intera classe docente (non a caso l'Unione Artisti UNAMS ricorse contro questo piano ottenendo poca comprensione).

Infatti, come spesso avviene in un mondo che non si esprime mai completamente, chi dice la verità non è creduto. Pertanto, oggi, ci ritroviamo con una riforma che viene applicata quando si vuole

(soprattutto per i docenti) ad esempio sulla base di logiche universitarie senza peraltro dare, in cambio ai docenti AFAM, alcun reale riconoscimento, quale ad esempio quello economico, e senza, soprattutto, dare un riconoscimento completo ai titoli che le Istituzioni rilasciano. Insomma ancora una volta s'impone di prendersi solo il veleno!

Esempio eclatante appunto l'attuale proposta sulla mobilità: siamo università se si parla di cambiare il sistema dei trasferimenti ma non lo siamo affatto parlando di "badge".

Sulla materia riteniamo di esserci sufficientemente espressi ma vale la pena ripetere, caso mai non fossimo stati sufficientemente chiari:

Inutile che i docenti perdano tempo in motivazioni che magari sono condivisibili ma che hanno il difetto di non risolvere affatto il problema. Se invece i docenti intendono, per principio, rifiutare il badge, (non previsto né nelle università e tanto meno nelle altre scuole) esiste un solo sistema: chiedere ai sindacati firmatari del contratto di avanzare, presso l'ARAN, un incontro per formulare un'interpretazione autentica del contratto medesimo.

L'Unione Artisti UNAMS lo ha già fatto... gli altri sindacati non ci risulta (ricordasi che anche per avviare l'interpretazione contrattuale occorre il 51%). Chi dice il contrario non vuole, nei fatti, risolvere il problema o forse non vuole porsi in contrasto con la Direzione Generale AFAM che, attraverso una circolare, ha chiaramente detto come la pensa.

D.L.