Unione Artisti
UNAMS

Risposta UNAMS all'Articolo pubblicato sul Corriere della Sera l’8 novembre 2009 a firma del Senatore Pietro Ichino

di Dora Liguori

Rif. 062
13-11-09

Gentile Senatore, domenica 8 Novembre è apparso, a sua firma, sul Corriere della Sera un articolo dal titolo “L'ultimo concorso nel 1990. Quel merito negato nei Conservatori” (Fosse anche nato un Mozart, gli preferiremmo sempre un “idoneo” della lontana selezione). Nel corso di detto articolo Ella non solo fornisce una serie di considerazioni non proprio puntuali, ma, con riferimento diretto all'Unione Artisti UNAMS, sindacato che mi onoro di rappresentare, afferma cose che, come una volta si diceva ... “non stanno né in cielo né in terra”.

Infatti Lei afferma (bontà Sua) che nel settore “non si muove foglia che l'Unione Artisti non voglia”. Magari!... Se così fosse si sarebbero già risolti tutti i problemi che Lei lamenta. Purtroppo è da anni, o meglio dall'approvazione all'unanimità, da parte del Parlamento della legge di riforma 508/99 per Accademie e Conservatori, che l'Unione Artisti invoca dai vari Ministri che si sono avvicendati (nell'ordine, Sottosegretario Guerzoni e Ministri Moratti, Mussi e Gelmini) di dare attuazione ai regolamenti previsti nella legge 508, onde mandare l'intero settore a regime. Ma detti Ministri, dopo ritardi insostenibili, quando hanno emesso i regolamenti lo hanno fatto, al 50%, in perfetta contraddizione con quanto era nello spirito e nella volontà della legge base. Le proteste dell'Unione Artisti UNAMS (tutte documentabili) sono rimaste inascoltate.

Appare evidente che i Ministri di turno hanno sempre preferito, forse non ritenendo la formazione artistica di vitale importanza, abbandonare il settore a scelte rivelatisi discutibili dell'Amministrazione (vedansi Sentenze varie) con i risultati che Lei, oggi, deplora. È chiaro che le responsabilità ricadono, comunque, sul potere politico che, disattento, ha mancato ieri ed oggi di vigilare; senza dimenticare quei sindacati che hanno condiviso le scelte di cui sopra.

Per quanto poi attiene a probabili differenze che sussisterebbero fra docenti vincitori di concorsi per esami e titoli o per soli titoli, a nostro giudizio, esse non esistono. Le rammento che nelle Università i concorsi si fanno per soli titoli. Se poi nelle maglie dei concorsi una risibile percentuale d'incapaci riesce ad essere idoneo, ciò fa parte di un malcostume deprecabile e presente, purtroppo, in qualunque settore, sia della formazione che altro.

Ultima preghiera: se Le sta a cuore il settore La preghiamo di chiedere, nella Sua qualità di Senatore, all'attuale Ministro, sul perché, mentre intende (forse a ragione) razionalizzare il numero esorbitante di cattedre presenti nelle Università, nel contempo procede in maniera del tutto difforme nei Conservatori e nelle Accademie. Infatti, in queste Istituzioni, tramite uno dei decreti attuativi di cui sopra, le cattedre di base sono state polverizzate in “trecentomila” inutili cattedre. Detta operazione si commenta da sola poiché, di certo, produrrà gli effetti deleteri già avvenuti nelle Università.

Su questa ultima iniziativa, il sindacato Unione Artisti non ha mancato di protestare in tutte le sedi possibili e continua a farlo. Non ci risulta che CGIL, CISL e UIL abbiano fatto altrettanto, anzi ...

Roma,11/11/2009

F.to
Professoressa Dora Liguori
Segretario Generale Unione Artisti UNAMS

Il Senatore, evidentemente a corto di argomenti, così risponde:

"CONSERVATORI MUSICALI CHIUSI AI GIOVANI DOCENTI: UN’INTERROGAZIONE PARLAMENTARE E LA SORPRENDENTE REPLICA DELL’UNAMS
L’interrogazione che ho presentato martedì al ministro dell’Istruzione Gelmini sul blocco ventennale del reclutamento dei giovani docenti di musica (dopo il mio articolo pubblicato l’8 novembre scorso sul Corriere della Sera). Sul tema interviene l’Unione Artisti UNAMS, sostenendo l’incredibile tesi secondo cui per il reclutamento di un docente di musica la prova di esecuzione non serve
".

Per dovere di cronaca riportiamo anche la "incredibile" interrogazione Parlamentare presentata dal Senatore. Talmente incredibile da lasciare senza parole.
Ovviamente, la commenteremo nei prossimi giorni.

 

INTERROGAZIONE
al ministro dell’Istruzione
presentata alla Presidenza del Senato il 10 novembre 2009
dai senatori Ichino, Treu, M.P. Garavaglia, Roilo, Biondelli, Blazina, Ghedini, Negri, Nerozzi, Passoni, Sangalli, Vita


per sapere, premesso che
- nel settore dell’istruzione musicale l’ultimo concorso a cattedre è stato bandito venti anni fa, nel 1990; chi non sia stato dichiarato “idoneo” in quel concorso non ha più avuto l’opportunità di candidarsi in un Conservatorio italiano;
- con il concorso del 1990 le cattedre disponibili furono assegnate per metà ai vincitori, le altre “per sanatoria” a persone che insegnavano già da tempo; le liste dei vincitori vennero peraltro integrate con lunghe liste di “idonei”, cosicché, dopo quel concorso, per un intero ventennio, non ne è stato più bandito uno solo in cui i candidati fossero sottoposti a prove di esecuzione o comunque a esame;
- da allora, tutti i posti che via via sono venuti disponibili nei Conservatori italiani sono stati assegnati solo per trasferimento, oppure sulla base di quelle liste di “idonei”, sempre più stagionati;
- il risultato di tutto ciò è che, per vent’anni, un’intera generazione di musicisti è stata tagliata fuori dall’insegnamento;
- in questo sistema, merito e talento vengono azzerati anche per il modo in cui sono regolati i movimenti all’interno della cittadella del lavoro stabile: quando in un Conservatorio si rende disponibile una cattedra per trasferimento, il professore non viene scelto in base alle sue competenze e capacità, poiché il criterio di scelta obbligato è costituito da una graduatoria nella quale conta soltanto l’anzianità di servizio, il numero dei figli e l’eventuale stato di salute o di necessità familiare;
- questa essendo la regola applicata, nessun Conservatorio è in grado di scegliere il candidato migliore, ma neppure di praticare la minima pianificazione didattica e artistica;
- alla questione del reclutamento è strettamente collegata quella del trattamento economico dei docenti; le retribuzioni pagate dai Conservatori sono assolutamente troppo basse per gli insegnanti che sanno insegnare e lo fanno seriamente: per migliorarle occorrerebbe che i direttori incominciassero a valutare e distinguere secondo il merito, nel reclutamento come nel trattamento dei docenti;
- occorrerebbe altresì che i direttori incominciassero a rispondere della performance dei rispettivi Istituti, che le tecniche disponibili consentono ormai di misurare con precisione sempre maggiore;
- a tal fine occorrerebbe che un organismo indipendente incominciasse a misurare sistematicamente le performance stesse: uno dei modi per farlo, ma non il solo, è rilevare i percorsi dei diplomati dopo la fine del ciclo di studi;
- occorrerebbe che le risorse venissero distribuite dallo Stato secondo i risultati;
- occorrerebbe che venissero emanate le nuove norme sul reclutamento e attivati i contratti di insegnamento quinquennali come previsto dalla legge n. 508/1999 sull’istruzione musicale, che in dieci anni non ha neppure incominciato a essere attuata;

tutto ciò premesso si chiede al ministro dell’Istruzione

che cosa intenda fare perché il merito e il talento tornino a essere valorizzati nel settore dell’istruzione musicale, le posizioni di rendita indebita vengano eliminate e al tempo stesso il settore torni ad aprirsi alle nuove generazioni, che da troppo tempo ne sono escluse.