Unione Artisti
UNAMS

Progetto inventario opere del Sud

Comunicato Stampa

Rif. 054
31-07-09

Un primo censimento delle opere d’arte presenti nel territorio all'epoca dell'Unità d'Italia fu realizzato dal pioniere degli storici dell'arte italiana Giovan Battista Cavalcaselle (Legnano, 1820 – Roma, 1897) che però rimase circoscritto al nord e al centro Italia.

Tale documentazione confluì, alla sua morte, all'Archivio Centrale dello Stato conservato a Roma, e in piccola parte, seppure ugualmente preziosa, presso la Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia.

La documentazione sì è rivelata preziosissima per la recente ricostruzione di alcuni fondamentali monumenti delle Marche e dell'Umbria danneggiati dall’ultimo terremoto delle due aree regionali, fra cui i celebri affreschi giotteschi di Assisi, e proprio per questi motivi andrebbe implementata ed estesa anche alle Regioni del Sud, ricche di storia e di opere che, a mio avviso potrebbero riservare delle autentiche scoperte considerando soltanto gli ancora tanti sconosciuti se non poco noti autori che così potrebbero essere studiati e valorizzati conseguentemente con tutte le ricadute positive su un territorio che gli stessi italiani dimostrano costantemente di non conoscere adeguatamente e quindi di non essere in grado di apprezzare per quel che giustamente vale.

Oggi, rispetto ai tempi in cui il Cavalcaselle si avvaleva unicamente del disegno e dei suoi appunti per compilare le sue preziose schede, la ricognizione con l'ausilio della fotografia e del computer faciliterebbe la catalogazione e sono sicuro che una squadra ben affiatata di esperti individuati per regione e per competenza (storici dell’arte, storici, restauratori, da eventualmente implementare a seconda delle necessità riscontate in fase di raccolta dei dati), potrebbe svolgere tale compito con soddisfazione in tre /quattro anni di lavoro, potendo includere nelle rispettive indagini sul posto patrimoni pubblici, privati ed ecclesiastici.

Il punto di partenza potrebbe essere costituito da ciò che già è dato conoscere attraverso gli studi di esperti locali, ma successivamente sarebbe bene attivarsi per indagare aspetti che nelle varie località del sud rimangono ancora soggetti inesplorati e perciò inediti, investendo così le città più importanti ma anche i paesi apparentemente meno significativi delle varie più recondite province. In tal senso sarebbe bene cercare di coinvolgere le soprintendenze, gli archivi, le biblioteche, le varie storiche associazioni locali, ma anche le famiglie più rilevanti di tali territori magari ancora residenti in loco.

Penso che tale progetto potrebbe trovare i necessari sostegni economici sia da enti privati che da enti pubblici e magari avvalersi anche di adeguati finanziamenti previsti dalle attuali norme europee.

Per monitorare in progress l’opera di ricognizione svolta si potrebbe prevedere l’uscita di una specifica rivista dove semestralmente vengano pubblicati i risultati raccolti.

Prof. Saverio Simi de Burgis