Unione Artisti
UNAMS

Alcune note "di colore" sulla bozza di DPR

Comunicato Stampa

Rif. 019
03-03-09


Nel corso di un incontro (informativa) presso la Direzione AFAM (Ministero Università e Ricerca) il Direttore Generale Dott. Civello ha distribuito ai sindacati una bozza di D.P.R. (vedi pubblicazione sito UNAMS del 19/2/09) che, per i suoi contenuti, dire che ci ha lasciato “basiti” è poca cosa. Al contrario delle nostre impressioni soprattutto alla lettura dell'Art 3, comma 1, lettera "O" del famigerato DPR che recita "l'attivazione da parte delle istituzioni, fino all'entrata in vigore di specifiche norme di riordino del sistema scolastico, dei corsi di formazione musicale e coreutica di base e la promozione di specifiche convenzioni per la realizzazione, nei limiti delle risorse attribuite a ciascuna istituzione, di percorsi integrati di istruzione e formazione musicale o coreutica, anche ai fini della prosecuzione negli studi di livello superiore" alcuni personaggi delle Accademie abbiano espresso soddisfazione perché, con questo comma, i Conservatori finalmente, andavano "a ramengo".

Infatti, tramite il programmato percorso secondarizzante inserito, appunto nel DPR la condizione del Conservatorio, e soprattutto del personale, non si configurava più con quella di una Istituzione abilitata a rilasciare lauree accademiche di primo e secondo livello bensì la configurazione diveniva quella di una scuola secondaria di primo e secondo grado. A parte considerazioni d'altro tipo facilmente immaginabili questa determinazione va anche in palese contrasto con la normativa europea che nel 2010 sarà applicata a tutta l'Europa, Italia compresa. Infatti, detta normativa prevede che o impartisci corsi di formazione secondaria superiore o rilasci lauree. Pertanto chi, da anni sobilla contro i Conservatori nel leggere non poteva che ritenersi soddisfatto.

Una cosa del genere è inconcepibile poichè tanta acrimonia va a commentarsi da sola e inoltre non vediamo quali sarebbero i motivi della divisione. Se poi la colpa dei musicisti consisterebbe nel fatto che, mentre le Accademie da anni discutevano a vuoto, con concreta operatività, il personale dei Conservatori di musica, coraggiosamente, metteva in atto una pressione che consentiva prima l'introduzione, in una finanziaria, della famosa dizione "Istituzioni di Alta Cultura" riferita ad Accademie e Conservatori e poi che, attraverso valanghe di soldi spesi in ricorsi presso i vari tribunali amministrativi, non solo fosse bloccata la strisciante e programmata secondarizzazione dell'intero settore dell'Alta Formazione Artistica ma anche che venisse approvata dal Parlamento e dopo cinquant'anni, una legge di riforma del settore.

Ebbene se questi sono motivi per spingere alla soddisfazione qualcuno, costoro non hanno capito nulla! Come diceva Umberto I di Savoia, con intenti non certo magnanimi: l'Italia è un carciofo che i Savoia sanno mangiare foglia a foglia. In egual modo, chi oggi spinge alla divisione ha in animo di mangiarsi anche le Accademie. Non a caso i titoli, per entrambe le Istituzioni non sono ancora in ordinamento e su un altro versante, quello contrattuale, incombe ancora, su richiesta della triplice sindacale, la storia delle tre fasce nonché l'inglobamento del comparto AFAM nel costituendo unico comparto, insieme alla secondaria. Pertanto il gioco è scoperto e tutto sarà reso possibile se va in porto anche la destabilizzazione del personale (intendasi tutto: Accademie e Conservatori) così come previsto sempre nell'art. 11 del DPR il quale, sia pure scritto in forma cripta, è abbastanza chiaro per chi sa leggere simili trappole infernali.

L'Università, in attesa, ancora ringrazia!

Pertanto non c'è da stare allegri: ce n'è per tutti!

Ma, detto questo, di alcuni elementi delle Accademie, pochissimi per fortuna, se può tornare discutibile la loro soddisfazione cosa dire, a fronte del medesimo DPR, del silenzio dei direttori dei Conservatori? Riescono a comprendere cosa significa, non solo attivare i corsi di formazione di base ma addirittura i percorsi integrati ossia: predisporre l'inserimento di nuovo della scuola media e del liceo dentro un 'Istituzione di Alta Cultura" e a tutti gli effetti con italiano, matematica, storia etc.
E una volta attuata simile stortura, è possibile che siano felici di essere i presidi (magari di ruolo) di questo Conservatorio secondarizzato?

Ricordano, a tale proposito, le affermazioni del Ministro, mai smentite, sulla scelta di soli tre o quattro Conservatori. E l'attuale personale, ormai destabilizzato, per non perdere posto cosa sarà costretto a fare, se non insegnare presso quelle medie e licei assolvendo a tutti gli obblighi della secondaria, orari compresi?

Inutile aggiungere che questo è uno dei motivi per il quale non si rinnova il contratto di Accademie e Conservatori di musica su basi economiche soddisfacenti. Infatti il piano è quello di farsi raggiungere economicamente dalla secondaria di modo che si possa, un domani, trattare su quel tavolo, facendo così ingoiare annessi e connessi, ovvero tre fasce e concorsi compresi.

Infine oggi avviene, circa il progetto di secondarizzazione, esattamente quello che stava avvenendo nel '78, poi fermato dalla grande battaglia dell'Unione Artisti UNAMS.

A questo punto se i direttori sono contenti e non fiatano, tra poco non lo saranno affatto i docenti poiché il piano è preciso e, presto, purtroppo, saranno loro a vederne e subirne le conseguenze.

Ultima nota, dedicata ai tanti nostri giovani e bravi musicisti in inutile attesa di un impegno di lavoro dopo lunghi e difficili anni di studio.

La previsione dei "Licei musicali" inserita nella Riforma della secondaria, anche se non lo dice apertamente, non prevede affatto l'apertura di nuove strutture, bensì la progressiva riduzione delle scuole medie ad indirizzo, già esistenti, e l'introduzione della fascia liceale nei Conservatori, con l'utilizzo dell'attuale personale che, ovviamente, non può essere licenziato.

Questo piano si sta estrinsecando con provvedimenti diversi ma tutti portanti al medesimo fine ed alla medesima soluzione. Pertanto se non avviene un miracolo e magari la gente interessata si sveglia, non resta che cambiare mestiere poiché il lavoro nella formazione musicale sarà precluso per molti anni.

Con amarezza intendo ricordare quanto impegno fu profuso dall'Unione Artisti UNAMS nell' allertare i giovani musicisti (ai tempi del dibattito con la Moratti) a non seguire i "profeti dell'orientamento musicale" che altro non era che un'educazione musicale rinforzata. La via giusta da seguire era quella, invece, di chiedere con forza l'adeguamento a ciò che stava avvenendo in tutti i Paesi europei: la formazione musicale di livello professionale di primo e secondo grado, impartita fuori dai Conservatori che a loro volta, come da legge 508 dovevano essere impegnati al rilascio di lauree accademiche, ossia di titoli al più alto livello.

Porre in essere questo significava, non solo la giusta promozione culturale di un intero Paese ma anche una grande opportunità di lavoro per i giovani musicisti italiani. Purtroppo, come al solito, venne preferito ascoltare le sirene di un altro sindacato e il risultato è l'attuale sfascio, a livello di formazione artistica musicale.

Dette le doglianze, al momento, se i giovani musicisti intendono lottare per i loro diritti non resta loro che fare un coordinamento per chiedere al Ministro Gelmini di fermare il suo piano poiché esso esporrebbe anche al facile sarcasmo di un'Europa all'avanguardia. Infatti se va avanti, tramite il citato D.P.R., il modello che viene proposto, quello che era considerato il Paese della musica, diviene il Paese ove la formazione musicale è obsoleta e non crea mercato e, soprattutto, uccide la grande tradizione italiana. Se poi motivo di preoccupazione per il Ministro risiede nella mancanza di fondi per l'Istituzione di nuovi licei, una soluzione possibile potrebbe trovarsi con l'introduzione della formazione musicale di secondo grado (quale indirizzo) preferibilmente in quelle scuole artistiche (Licei artistici e Istituti d'Arte e altre tipologie di scuole che ne fanno richiesta) e che, essendo già sparse in tutta italia, potrebbero assolvere alla grande domanda che ancora c'è, nel nostro Paese, a studiar musica. Altre soluzioni non ve ne sono .... a meno che qualche sceicco di passaggio non doni fondi sufficienti ad aprire licei musicali in tutta Italia. Ma anche in quel caso, c'è da starne certi, qualcuno riuscirebbe a dirottare i fondi altrove!

D. L.

P.S. Il quadro prospettato non piacerà poiché la verità fa paura e anche questa volta verrà dato ascolto a chi tranquillizza e nega. Pertanto, opportunamente, queste previsioni verranno depositate, di modo da poter, un domani, rispondere, a dovere, al primo che dice: i sindacati che hanno fatto per tutelarci? Perché non ci hanno avvertito?