Apparso sui quotidiani in merito allo sciopero del 7 giugno 2002

Rassegna Stampa

Rif. 030
07-06-02

La Gazzetta del Sud

Il Gazzettino edizione di Padova

La Nazione edizione di Massa Carrara

Resto del Carlino edizione di Pesaro-Urbino

Dalla Gazzetta del Sud del 7 giugno 2002-06-07

ACCADEMIA DI BELLE ARTI

Prosegue l'occupazione, arrivano gli studenti del Comitato nazionale e per tre giorni si discute delle azioni da intraprendere. Oggi scioperano anche i docenti aderenti alla Cgil e all'Unams

"Non si può valutare al ribasso questa istituzione"

Paola Suraci

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È il ventitreesimo giorno d'occupazione. Qui, all'Accademia di belle arti, gli studenti continuano nella loro protesta e dicono no alla riforma avviata con la legge 508/99 e al Regolamento voluto dalla Moratti e che determinerebbe il definitivo annullamento dell'autonomia ed il declassamento del corso di studi. Nella stanza del direttore adesso c'è il comitato organizzativo: si inviano fax e si aspettano le lettere delle altre accademie e si mantiene vivo il dialogo con chi sta fuori. Si discute, si cerca una nuova proposta più rispondente alle esigenze degli studenti e nella lotta, partita propria da questa terra del Sud, i ragazzi non sono soli. Con loro ci sono, infatti, i rappresentati delle altre accademie di Palermo, Roma, Napoli, Firenze, Catania, Carrara e Bologna e per tre giorni (ieri, oggi e domani) si terrà, infatti, nell'aula magna dell'Accademia l'incontro con il Comitato nazionale degli studenti. "Siamo un po' stanchi, — dice Simone Martino — ma l'occupazione sta andando bene. Stiamo qui giorno e notte e si dorme poco, ma speriamo di riuscire a far sentire la nostra voce a chi è chiamato a legiferare. Il problema sta tutto nella legge 508 del 1999 e nel regolamento deliberato dal Consiglio dei ministri il 28 marzo scorso. In caso di approvazione da parte del Parlamento, infatti, il regolamento determinerebbe il definitivo annullamento dell'autonomia garantita alle istituzioni riformate dall'art. 33 della Costituzione e della nuova configurazione del sistema dell'alta formazione artistica e musicale". L'articolo 5 del Regolamento è chiaro e prevede una nuova figura, quella del presidente. Al primo comma recita, infatti, "il presidente è rappresentante legale dell'istituzione. Convoca e presiede il consiglio di amministrazione e fissa l'ordine del giorno". Al secondo comma, invece, è esplicitato: "il presidente è nominato dal Ministro tra eminenti personalità della cultura, dell'arte o della musica, ovvero tra soggetti con comprovata esperienza nel settore". Una figura, quindi, prettamente politica che non piace agli studenti perché, appunto, comprometterebbe la piena autonomia dell'istituzione. Arriva Patrizio è appena giunto da Bologna e racconta che lì l'accademia, dopo alcuni giorni di assemblea permanente, è stata occupata solo l'altro giorno. "Io sono nel consiglio nazionale, — dice — e ho fatto parte della delegazione che la settimana scorsa ha incontrato il sottosegretario Caldoro, ma dall'incontro non è scaturito nulla. Anzi, abbiamo ancora di più avuto l'impressione che c'è assoluto ignoranza, nel senso che dell'Accademia non si conosce nulla". "Intanto c'è da dire, — prosegue Patrizio — che l'orientamento del Governo è di equiparare il nostro diploma, che ha durata quinquennale, ad una laurea di primo livello. A noi non sta bene, pensiamo invece che si deve avviare la riforma e istituire anche da noi i crediti formativi per avere un titolo di studio idoneo. Intanto non si può valutare al ribasso una istituzione come l'Accademia, ma così come i Conservatori di musica che devono formare artisticamente i giovani. Il problema vero è che si è creato un cortocircuito ministeriale, un settore non sa quello che fa un altro e manca una visione di insieme. Tutto ciò provoca gravi danni in una nazione che invece dovrebbe essere molto attenta alla formazione dei giovani visto che ha sul suo territorio il 60% del patrimonio artistico". "Questa situazione, — prosegue Patrizio — si trascina da tre anni e adesso non si può più perdere tempo. Noi vorremmo chiudere prima dell'estate, altrimenti con il nuovo anno accademico si rischia di trovarci ancor di più nel caos. Hanno già abolito il corso integrativo per chi si diploma all'Accademia, un anno che permetteva poi di avere il titolo di studio equiparato alla laurea, adesso cosa accadrà. Anche per i docenti c'è caos. Il corpo docente, infatti, andrà ad esaurimento, mentre i nuovi "assunti" avranno contratti quinquennali rinnovabili. Il governo sta insomma scegliendo la strada dell'estinsione naturale. Cosa accadrà quando le Università istituiranno corsi di laurea affini e quindi i ragazzi potranno scegliere di iscriversi altrove invece di scegliere l'Accademia per avere un'alta formazione artistica?". Si protesta, dunque, e mentre gli studenti di tutta Italia sono uniti, i professori sono divisi, ovviamente, tra sigle sindacali e c'è chi sceglie di stare con i ragazzi e chi invece preferisce la linea del governo. Ecco allora che la Cgil e l'Unams hanno indetto per oggi lo sciopero nazionale, mentre la Cisl e la Uil stanno con la Moratti.

Dal Resto del Carlino edizione di Pesaro-Urbino del 7 giugno 2002

ACCADEMIE E CONSERVATORI

"Sciopero anti-governo"

 

URBINO – Oggi scioperano le accademie di belle arti, i conservatori e gli istituti superiori industrie artistiche. In una nota, l'on. Maria Lenti esprime "la solidarietà del Prc al personale docente e Ata, perché la legge di riforma approvata 3 anni fa non ha ancora i regolamenti attuativi". Secondo la Lenti "quello sull'autonomia, approvato dal parlamento, non va avanti perché il ministero vuole un presidente del CdA di nomina governativa, svuotando le competenze del consiglio stesso. Silenzio assoluto sui regolamenti didattici, senza i quali non può partire la riforma che prevede, per gli studenti, un titolo universitario riconoscibile in Europa. Grave che dallo sciopero, si siano sfilate Cisl e Uil".

Dal Gazzettino del 7 giugno 2002-06-08

Il Conservatorio aderisce alla protesta nazionale contro il nuovo regolamento

"Pollini in sciopero"

Strumenti nelle custodie e aule vuote, oggi, al Conservatorio Pollini. Gli ottanta docenti e il personale non docente aderiscono allo sciopero nazionale dalla Cgil e Unams contro lo schema di regolamento che disciplina l'autonomia delle Istituzioni di Alta Cultura, approvato il 28 marzo dal consiglio dei ministri in applicazione della legge di riforma risalente a tre anni fa.

Accademie, Conservatori, Istituti Musicali Pareggiati e Isia ritengono il documento inaccettabile perchè non è coerente con i principi della stessa legge di riforma, non rispetta l'articolo 33 della Costituzione e mette sotto "tutela politica" le istituzioni interessate. Il tentativo di conciliazione, avvenuto il 21 marzo, non ha soddisfatto le rappresentanze sindacali che hanno ritenuto insoddisfacenti le proposte per il futuro delle istituzioni e del suo personale. Viene contestato il fatto che si neghi "il fondamentale diritto all'autodeterminazione essenziale ed irrinunciabile nell'ambito dell'autonomia stabilita dalla legge" e che venga mortificata "la dignità e la funzione delle figure democraticamente elette (direttore e docenti componenti del consiglio di amministrazione)": il regolamento infatti "impone una presidenza esterna di nomina ministeriale".

Vengono chieste decisioni concrete rispetto al personale, che ha problemi di organici e di rinnovo del contratto (non si conosce ancora l'entità delle risorse destinate a questo fine dal governo), e alla modifica del regolamento, di cui è già stato chiesto il ritiro. Secondo i promotori dello sciopero serve inoltre chiarezza sull'equiparazione dei titoli di studio, dei vecchi e nuovi ordinamenti, alle lauree universitarie di primo livello e sull'esclusiva competenza delle istituzioni nella realizzazione di corsi di Alta Formazione Artistica, Musicale e Coreutica. Oggi già funzionano, nelle Università, indirizzi di laurea sulle materie di competenza delle Accademie e dei Conservatori, e "la contraddizione in atto - si afferma - è stata resa possibile dall'attuale ministro che ha decretato la nascita di nuovi indirizzi nelle Università" su ambiti di competenza delle Accademie e dei Conservatori.

Dalla Nazione edizione di Massa Carrara del 7 giugno 2002

"Lottiamo per non essere cancellati"

 

CARRARA – L'Accademia è occupata: a rischio il futuro dell'istituzione culturale. Gli studenti protestano contro una politica del governo che non riconosce l'autonomia e non equipara i diplomi a quelli universitari. Alla lotta si sono uniti anche i professori che hanno deciso di spostare di un mese gli esami e organizzare assieme ai giovani degli stage per dare più visibilità alla protesta. "La costituzione assicura pari dignità all'insegnamento universitario e a quello accademico – Riccardo Villari Comitato degli Studenti –. Solo nel 1990 con la legge 508 è stata assicurata la parificazioni dei diplomi e l'autonomia delle Accademie ma manca ancora il decreto attuativo. In discussione in parlamento c'è una versione non accettabile perché di fatto nega quello che la legge propone. In realtà esiste un disegno che mira a fare scomparire le Accademie incorporando gli insegnamenti in corsi universitari come sta già avvenendo a Venezia". Nei prossimi giorni gli studenti dell'Accademia di Carrara andranno a Reggio Calabria per una riunione con i loro colleghi di tutta Italia.