(Riceviamo dai Professori corsi di Didattica Conservatorio di Milano)

Ai membri del CNAM,

Al Direttore Generale del MIUR AFAM
dott. Bruno Civello,

ai colleghi insegnanti nei corsi di Didattica della Musica,
ai colleghi insegnanti di strumento,

I sottoscritti docenti nel corso di Didattica della Musica del Conservatorio di Milano esprimono la loro assoluta contrarietà al progetto di SOSTITUZIONE dell'attuale corso istituzionale quadriennale di Didattica della Musica con il corso biennale preannunciato dalla lettera del MIUR ai direttori di conservatorio del 25 luglio ultimo scorso. Questo giudizio totalmente negativo sulla architettura formativa di tale corso e sulle modalità di elaborazione e presentazione del D.M. è fondato sui seguenti punti:

  • La scelta di attribuire a una riformulazione (o stravolgimento) del corso di didattica le abilitazioni delle classi 77A penalizza fortemente le competenze dei nostri colleghi docenti di strumento, docenti che tradizionalmente costituiscono la sostanza fondamentale e la specificità della formazione impartita dai conservatori. E’ vero che tali docenti potrebbero essere coinvolti nell’indirizzo della didattica strumentale ma ciò al prezzo di una vasta migrazione di allievi che abbandonerebbero i bienni strumentali già attivati per entrare nel biennio abilitante. Le conseguenze sull’organizzazione dell’attività didattica in corso sarebbero devastanti.
  • I sottoscritti docenti di didattica ritengono invece che la strada corretta da seguire sia l’attribuzione di valore abilitante ai bienni strumentali già in corso, bienni ad indirizzo didattico che il ministero ha ostinatamente bocciato negli ultimi anni obbligandoci a penose riformulazioni nominative (come "indirizzo culturale divulgativo"). Bienni per i quali le materie del corso istituzionale di Didattica della Musica potrebbero essere proficuamente e utilmente coinvolte nel percorso formativo restituendo al docente di strumento la centralità che ad esso spetta in tale ambito.
  • Le considerazioni del punto precedente fanno pensare che il ministero abbia abbracciato acriticamente il modello universitario della formazione del docente. Ciò è confermato dalla evidente sproporzione fra la eccessiva mole di crediti attribuita alle materie di tipo "riflessivo-teorico" (riconducibili in qualche modo alle aree musicologica, storica, psico-pedagogica, "metodologica generale") a danno delle materie di tipo "operativo-manipolativo" riconducibili alla tipica tradizione e specificità formativa dei conservatori. Il modello universitario della formazione del docente di musica, già ampiamente criticabile e parzialmente fallimentare per quanto riguarda la classe 31 e 32 A costituisce un vero suicidio didattico formativo per quanto riguarda l’ambito dell’insegnamento strumentale. Riteniamo che ben altri siano i modelli da utilizzare e la strada da seguire per quanto attiene alla formazione del futuro insegnante di strumento.
  • Non ci risulta che si sia svolta nessuna consultazione larga dei diretti interessati sulla formulazione di questo progetto di riformulazione totale del corso di Didattica della Musica istituzionale quadriennale. Una prassi inaccettabile e portatrice di innumerevoli problemi gestionali e organizzativi.
  • L’architettura di questo "nuovo" corso biennale di Didattica della Musica ricorda inequivocabilmente la struttura dei corsi ex lege 143 del 2004. Corsi per la organizzazione e gestione dei quali il comportamento del ministero è stato, ed è, a dir poco vergognoso. Su questo inqualificabile comportamento organizzativo del MIUR AFAM i sottoscritti docenti non hanno alcuna intenzione di stendere un velo pietoso. Anche la semplice nomina di un "rappresentante del Ministero" per la discussione delle tesi finali di questo corso (e dei diplomi del corso in quattro semestri di Didattica della Musica) si è trasformata in un ignobile braccio di ferro tra i ricorsi giustamente presentati da decine di corsisti e il ministero stesso.
  • Se questo è il tipo di gestione organizzativa che si prospetta per questo biennio abilitante di Didattica della Musica la nostra risposta è "NO, GRAZIE" preferiamo conservare un minimo di dignità e autonomia professionale di fronte ai nostri corsisti e allievi. Non è ancora il momento di consegnarci mani e piedi legati ad un ministero che ha ampiamente dimostrato la sua incapacità nella gestione di problemi facilmente risolvibili utilizzando altre vie diverse rispetto all’evidente accentramento dei poteri o, che è poi la stessa cosa, alla totale mancanza di deleghe e di attribuzione di autonomia didattica e organizzativa alle singole istituzioni.
  • Un’ultima considerazione terminologica: quando si deciderà il ministero ad affidarsi, per la scelta delle terminologie ai "tecnici" competenti dei vari settori disciplinari evitando così di scrivere strafalcioni comico-deliranti come: "Pratica dell’accompagnamento vocale e pianistico" (cos’è l’accompagnamento vocale?) "Pratiche improvvisative" (come se l’improvvisazione potesse essere anche qualcosa di diverso da una pratica), "Tecniche per l’ear training" (si dice "Ear training" e tutti sanno cos’è).
  • Il modo in cui questo progetto è formulato sembra fornire la prova che per il Ministero "due per due fa sette e mezzo, meno tre e qualcosa".

    Crediamo che sia necessario far sentire la nostra voce fin dentro nei palazzi e ci aspettiamo che i colleghi che condividono la nostra posizione ce lo segnalino al più presto.

    Milano 8 settembre 2005

    Francesco Bellomi, Carla Canedi, Gianni Bacchilega, Luca Burini, Luigi Di Fronzo