Alla Dott.ssa Letizia Moratti
Ministro dell’Istruzione, dell’Università
e della Ricerca

Al Consiglio Nazionale
per l’Alta Formazione
Artistica e Musicale

Al Consiglio Universitario Nazionale

Alla Conferenza dei Direttori

Al Convegno nazionale di studio
Musicisti Domani

Alle OO.SS.

Ai Conservatori di Musica


OGGETTO: Note a margine della Proposta di nuovi ambiti e settori disciplinari della Conferenza dei Direttori dei Conservatori di Musica.



La Conferenza dei Direttori dei Conservatori di Musica sta in questi giorni facendo conoscere un documento nel quale si propongono «…nuovi codici, ambiti disciplinari, settori disciplinari, declaratorie e campi paradigmatici di competenza » (Proposta d’ora in avanti). Tale documento sembrerebbe - a prima vista - postulare una analogia con il sistema universitario nel quale gli insegnamenti sono effettivamente raggruppati in settori scientifico-disciplinari. In effetti, la legge n. 341 del 19.11.1990 dispone che gli insegnamenti universitari siano raggruppati in settori scientifico-disciplinari (d’ora in avanti SSD) in base a criteri di omogeneità scientifica e didattica e questo perché sia possibile inquadrare - ai fini delle funzioni didattiche - i professori di ruolo e i ricercatori.
Una prima conseguenza di questa analogia tuttavia, è proprio la confutazione e messa in discussione di un elemento complesso e delicato come quello della titolarità dei Docenti nelle Istituzioni riformate: la definizione di nuovi ‘settori disciplinari’ ha infatti senso esclusivamente se rapportata ad un nuovo modo di inquadrare i Docenti ai fini delle funzioni didattiche, com’è appunto per l’Università. Ma questo desta grande perplessità e altrettanta preoccupazione per numerosi motivi.

1. Rappresentatività e partecipazione dei Docenti alle decisioni. Il percorso che ha condotto all'istituzione dei SSD universitari è stato lungo e complesso e ha coinvolto gli organi Accademici e Ministeriali ad ogni livello: i SSD sono stati adottati, infatti, con deliberazione del Consiglio dei Ministri su proposta del Ministro, confermata da parere conforme del CUN, sentito il parere delle Facoltà interessate. Per logica conseguenza, ci si attenderebbe che la determinazione di codici, ambiti e quant'altro fosse, per i Conservatori e l'AFAM tutto, competenza del Ministro, sentito il parere del CNAM e delle Scuole (omologhe delle Facoltà) attive presso ciascuna Istituzione: in altre parole i Docenti, che risultano invece esclusi da questa iniziativa. Allo stesso tempo, non dissimuliamo il timore che un'iniziativa lodevole come il Convegno Milanese di questi giorni possa anche del tutto involontariamente legittimare questa Proposta perché una partecipazione pur alta in termini relativi (ci riferiamo al numero presumibilmente congruo di Docenti iscritti al Convegno) non può certo sostituire quella delle migliaia di Docenti che, val la pena di rammentarlo, operano nei Conservatori.
2. Rigore metodologico ed epistemologico. S'è detto che gli insegnamenti universitari sono raggruppati in settori scientifico-disciplinari in base a criteri di omogeneità scientifica e didattica. Per analogia, ancora una volta, si dovrebbe poter parlare per i Conservatori di Musica di criteri di 'omogeneità artistica e didattica' anzitutto, ma anche 'scientifica e didattica' per quegli insegnamenti che ricadono per esempio entro l'àmbito musicologico, tecnologico, ecc. Tuttavia, ci sembra che la Proposta elenchi più campi e discipline, senza il dovuto rigore sistematico e mostrando anzi, a tratti, di non spingere il livello dell'analisi oltre la pura similarità lessicografica o terminologica. Per esempio, la 'Lettura della Partitura' (F220) viene accorpata, sotto la comune denominazione di Discipline esecutive, ad F010 'Accompagnatore al Pianoforte' (che riguarda invece la pratica e lo studio dell'accompagnamento e della collaborazione pianistica). Si tratta in tutta evidenza di àmbiti ontologicamente assai distanti: la Lettura della Partitura prevede infatti l'acquisizione di competenze pianistiche e di prassi esecutiva di complessità anche elevata (per esempio il Clavicembalo ben Temperato di Bach, il Gradus di Clementi o le Sonate di Beethoven), sia sul versante strettamente pianistico che su quello della riduzione al pianoforte di materiali musicali non concepiti per il pianoforte (la letteratura orchestrale e operistica). Ciò avviene lungo un percorso di studio e ricerca che va dalla polifonia rinascimentale all'avanguardia musicale. Pur presentando dunque in questo momento un altissimo grado di similarità con il settore disciplinare di Pianoforte, sia per durata (9 anni vs i 10 di pianoforte) che per contenuti specifici (strumenti, metodi e repertorio: Bach, Clementi, Beethoven, etc.) è incomprensibilmente assente nel gruppo folto (da COST/01 a COST/07 'Strumenti a tastiera') che racchiude (paradossalmente) persino la Fisarmonica. Non sembra possibile postulare in modo epistemologicamente rigoroso una similarità maggiore fra Pianoforte e Fisarmonica rispetto a quella fra Pianoforte e Pianoforte.
In altri casi la Proposta fa propria l'approssimazione epistemologica che si apprezza anche in alcune disposizioni normative. Un settore disciplinare di 'Acustica e psicoacustica', sia detto chiaramente, non può esistere. Ancora una volta, se il criterio dev'essere quello della omogeneità scientifica, va allora precisato che l'Acustica si occupa dello studio di una realtà 'prima e naturale' come direbbe Prieto: essa studia il suono e afferisce senz'altro alle Scienze della Natura. La Psicoacustica si occupa invece del modo in il suono viene percepito dal soggetto ed afferisce dunque decisamente alle Scienze dell'Uomo. È un po' come cercare di comporre il dilemma cartesiano fra cervello e mente, assimilando istofisiologia del tessuto nervoso e psicologia, fonologia e linguistica e così via: semplicemente impossibile ed epistemologicamente assurdo.
3. Intempestività e prematurità. Tale Proposta è anche prematura perché non esiste ancora alcuna norma su percorsi formativi 'riformati' e 'ordinamentali'. La Proposta non può evidentemente pretendere, allora, di sistematizzare e raggruppare insegnamenti relativi a percorsi formativi che ancora non esistono. Né è dato ad alcuno di prevedere in questo momento se, quando, e con quali modificazioni, quanta parte degli attuali percorsi 'sperimentali' di primo e secondo livello diventerà ordinamentale.

In conclusione, per i motivi sopra esposti, esprimiamo il dissenso più profondo in relazione al pur generoso tentativo di riordinare la materia operato dalla Conferenza dei Direttori, ed esprimiamo la più viva preoccupazione che il Convegno Milanese dei giorni 14-16 dicembre prossimi possa divenire, anche involontariamente, luogo per la legittimazione di una Proposta che, elaborata da una minoranza, preclude alla maggioranza assoluta dei Docenti ogni forma di espressione, avvilisce fortemente i supremi principi sanciti dalla Costituzione Italiana, delle proprie valutazioni di merito, auspicando nel contempo che la discussione (e la proposizione di documenti, riflessioni e norme relative ad aspetti così delicati per il futuro dell’Alta Formazione Musicale) torni nell’alveo che - anche istituzionalmente - le compete.
Bari, 14 dicembre 2005


N.B.:
  1. Seguono le firme N. 40 professori;
  2. il documento è stato approvato all’unanimità dal Consiglio Accademico del Conservatorio di Bari con delibera n. 42 del 14 dicembre 2005.