PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE LORENZO ACQUARONE

Svolgimento di interpellanze urgenti.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interpellanze urgenti.

(Attuazione della legge n. 508 del 1999 di riforma delle accademie e dei conservatori)

PRESIDENTE. Cominciamo con l'interpellanza Sbarbati n. 2-02194 (vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti sezione 1).
L'onorevole Mazzocchin, cofirmatario dell'interpellanza, ha facoltà di illustrarla.

GIANANTONIO MAZZOCCHIN. Signor Presidente, mi riservo di intervenire in sede di replica.

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per l'università e la ricerca scientifica e tecnologica ha facoltà di rispondere.

LUCIANO GUERZONI, Sottosegretario di Stato per l'università e la ricerca scientifica e tecnologica. Signor Presidente, onorevoli colleghi, nell'interpellanza urgente in svolgimento si richiama l'attenzione del Governo sull'attuazione della legge 21 dicembre 1999, n. 508, recante la riforma delle accademie di belle arti, dell'accademia nazionale di danza, dell'accademia nazionale d'arte drammatica, degli istituti superiori per le industrie artistiche, dei conservatori di musica e degli istituti musicali pareggiati.
In particolare, si chiede a quale struttura del Ministero siano state assegnate le competenze di costituire un riferimento per queste istituzioni e quali iniziative il Ministero dell'università abbia assunto per esercitare le innumerevoli competenze che la legge gli affida nell'ambito del processo di riforma. Voglio ricordare, per comune memoria, che la legge 21 dicembre 1999, n. 508, è stata pubblica sulla Gazzetta Ufficiale lo scorso 4 gennaio e, conseguentemente, è entrata in vigore lo scorso 19 gennaio: io, avendo seguito con grande impegno, insieme con i colleghi interpellanti, il varo della legge, non posso che apprezzare la solerzia e la tempestività dell'atto di sindacato ispettivo, che testimonia l'interesse del Parlamento, in particolare degli interpellanti, per questo settore che consideriamo di primaria rilevanza nel nostro sistema formativo e culturale; ciò non di meno, devo ricordare che la legge è entrata in vigore meno di dieci giorni fa.
Il successivo fatto, di cui credo di dover mettere a conoscenza gli interpellanti, è che con decreto del 25 gennaio scorso (parliamo quindi di due giorni fa) del ministro dell'università e della ricerca scientifica e tecnologica mi è stata conferita la delega per le misure di attuazione organizzative e gestionali riferite ai compiti affidati al Ministero dell'università dalla più volte ricordata legge di riforma. Siamo, quindi, in sede di un'attuazione, se mi è consentita l'espressione, «a presa rapida» della legge; personalmente ne sono stato investito soltanto da un paio di giorni e, tuttavia, mi sono immediatamente attivato. Credo però che, per comprendere le iniziative che stiamo assumendo, occorra richiamare, seppure rapidamente, alla comune memoria l'impianto proprio della legge.
Certo, non possiamo dimenticare la lunga attesa del paese e delle istituzioni, in particolare di quelle interessate alla riforma, ma dobbiamo al tempo stesso tenere presente la portata complessa della riforma e le prescrizioni specifiche che il legislatore ha voluto assegnare all'esecutivo. Per quanto riguarda la complessità della legge di riforma, volendone dare un'attuazione tempestiva e coerente - ed è un impegno che, a questo punto, posso prendere personalmente - dobbiamo ricordare che con la legge n. 508 viene istituito un nuovo sistema formativo. Per essere ancora più telegrafico, l'articolo 2, comma 1, elenca tutte queste istituzioni specificando che, nell'ambito delle istituzioni di alta cultura, di cui all'articolo 33 della Costituzione, esse costituiscono il sistema dell'alta formazione e specializzazione artistica e musicale. La legge, quindi, vuole dare vita ad un nuovo sistema di alta formazione artistica e musicale; non solo, viene precisato che le suddette istituzioni costituiscono un comparto autonomo, per essere più precisi un nuovo comparto autonomo del nostro sistema di istruzione post-secondaria o terziaria, come si usa dire.
Un terzo elemento presente nell'impianto della legge che è opportuno richiamare è rappresentato dal fatto che venga disposta una trasformazione, in qualche modo istituzionale, dei suddetti enti. L'articolo 2, comma 2, precisa che tali enti devono trasformarsi in istituti superiori di studi musicali e coreutici; ancora, l'articolo 2, comma 4, ridisegna queste istituzioni dotandole di personalità giuridica, di autonomia statutaria, didattica, scientifica, amministrativa, finanziaria e contabile, ai sensi del presente articolo, anche in deroga alle norme dell'ordinamento contabile dello Stato e degli enti pubblici, ma comunque nel rispetto dei relativi principi.
Mi rivolgo agli onorevole interpellanti, in particolare all'onorevole Mazzocchin, che qui rappresenta la numerosa schiera dei firmatari di questo atto di sindacato ispettivo, per dire che occorre dare un'attuazione tempestiva e coerente ad una legge che presenta una simile complessità. In particolare, non possiamo dimenticare che il Parlamento ha disposto che il Ministero dell'università e della ricerca scientifica e tecnologica eserciti, nei confronti di queste istituzioni, trasformate in istituzioni autonome, quei poteri di programmazione, indirizzo e coordinamento che la legge 19 maggio 1989, n. 168, attribuisce allo stesso Ministero dell'università e della ricerca scientifica e tecnologica nei confronti delle autonome istituzioni universitarie.
Richiamati questi termini, si apre un problema per il Governo, che deve dare attuazione alla legge, ma anche per i parlamentari che si sono battuti per l'approvazione della riforma e, ora, ne sollecitano l'attuazione. Il problema è, appunto, il seguente: nel regime transitorio, cioè nel periodo necessario a che le istituzioni arrivino a dotarsi di propri statuti, di propri regolamenti e, quindi, ad avere la configurazione di istituzioni autonome, rispetto alle quali il Ministero dell'università e della ricerca scientifica e tecnologica potrà esercitare quei poteri conferiti dall'articolo 2, comma 3, a quale amministrazione centrale devono far riferimento? Al Ministero dell'università e della ricerca scientifica e tecnologica o, come è avvenuto fino ad oggi, al Ministero della pubblica istruzione?
Il Ministero dell'università e della ricerca scientifica e tecnologica non ha, anche dopo l'entrata in vigore della legge, le competenze per essere amministrazione di riferimento per la gestione ordinaria di queste istituzioni, che deve continuare senza soluzione di continuità. Il trasferimento dei poteri al Ministero è previsto dal combinato disposto delle norme che ho richiamato e potrà essere validamente esercitato solo quando tali istituzioni avranno compiuto il processo di trasformazione in istituzioni autonome; la legge prevede infatti che il Ministero dell'università e della ricerca scientifica e tecnologica possa esercitare verso queste istituzioni soltanto poteri di programmazione, indirizzo e coordinamento.
La soluzione alla quale stiamo lavorando, anzi la soluzione sulla quale - ho il piacere di informarne il Parlamento - abbiamo raggiunto un accordo con il Ministero della pubblica istruzione e con il collega sottosegretario Polidoro è quella di attivare nei prossimi giorni, attraverso un decreto interministeriale (Ministeri della pubblica istruzione e dell'università e della ricerca scientifica e tecnologica), un tavolo tecnico o un gruppo di lavoro interministeriale che provveda ad istruire e a definire gli atti e i provvedimenti, molteplici e complessi, necessari per dare attuazione alla legge. Questo decreto interministeriale è in corso di definizione e penso che nei primi giorni della prossima settimana potrà essere emanato a firma del ministro della pubblica istruzione e del ministro dell'università. In tal modo, nel periodo transitorio necessario per la trasformazione degli enti, ci potrà essere una struttura di riferimento, che coinvolga entrambi i Ministeri, che preordini gli atti che devono essere adottati dall'uno e dall'altro ministro e segua il puntuale adempimento delle scadenze previste dalla legge.
Passando dal periodo di regime transitorio a quello della compiuta attuazione della legge, che - ripeto - potrà avvenire solo al termine del processo di autonomizzazione degli enti, il Ministero dell'università e della ricerca scientifica e tecnologica ha ipotizzato, proprio per dare coerente attuazione alla legge, che venga istituito nell'ambito del Ministero dell'università e della ricerca scientifica e tecnologica un apposito servizio dipartimentale, a dirigenza generale, che possa esercitare verso le istituzioni autonome quei poteri di programmazione, indirizzo e coordinamento conferiti dalla legge al Ministero.
Devo precisare, al fine di dare concretezza e puntualità all'informazione, che è stato trasmesso alla Presidenza del Consiglio il testo di una modifica del decreto legislativo di riordino del Ministero dell'università e della ricerca scientifica e tecnologica al fine di prevedere la nuova struttura che dovrà garantire l'autonomia del comparto.
La legge dispone che, entro tre mesi dalla sua entrata in vigore, debba avvenire l'elezione del consiglio nazionale delle arti e della musica (CNAM), nella sua composizione provvisoria, quale organo consultivo anche nel processo di trasformazione degli enti. Questo adempimento è il primo compito che sarà affidato dal decreto interministeriale al gruppo di lavoro; si tratterà di stabilire le procedure e il regolamento per questa elezione.
Come è ben noto agli interpellanti, entro un anno dall'entrata in vigore della legge si dovrà procedere all'elezione del consiglio nazionale per l'alta formazione artistica e musicale nella sua composizione completa e nella pienezza dei suoi poteri. Queste sono, dunque, le informazioni che posso fornire relativamente alle iniziative intraprese per dare attuazione alla legge n. 508 del 1999. Non mi risulta - come, invece, sembrerebbe risultare agli interpellanti - che sia stato adottato il decreto interministeriale di ripartizione delle risorse di cui all'unità previsionale attualmente prevista presso il bilancio del Ministero della pubblica istruzione. La ripartizione delle risorse deve essere contestuale ad un trasferimento effettivo di competenze, poteri e risorse umane per l'esercizio delle funzioni. Dobbiamo assicurarci che le istituzioni, della cui riforma la legge si fa carico, possano continuare ad operare nella loro quotidianità ricevendo le risorse che attualmente sono erogate dal Ministero della pubblica istruzione.
Anche la predisposizione del decreto interministeriale per la ripartizione delle risorse sarà uno dei primi compiti del gruppo di lavoro interministeriale. Allo stato attuale, avendo il sottoscritto ricevuto recentemente la delega relativamente alla legge citata nell'interpellanza - quarantotto ore -, non abbiamo altre informazioni da dare agli onorevoli interpellanti, dai quali attendiamo anche suggerimenti per la migliore attuazione della legge in questione. Posso assicurare un impegno, anche personale, per una coerente e scrupolosa attuazione della riforma per la quale si sono adoperati tutti, dal Governo ai gruppi parlamentari - una volta tanto possiamo dirlo - sia della maggioranza che dell'opposizione.

PRESIDENTE. L'onorevole Mazzocchin, cofirmatario dell'interpellanza, ha facoltà di replicare.

GIANANTONIO MAZZOCCHIN. Signor Presidente, signor sottosegretario, nel dichiararmi soddisfatto dell'impegno e della sua evidente competenza in materia - cosa che fa sempre piacere - vorrei ricordare, prima di tutto, che l'interpellanza è firmata da molti esponenti, sia della maggioranza che dell'opposizione. Ciò significa che il provvedimento che l'Italia della cultura attendeva da cinquant'anni è di grandissimo interesse.
Non vorrei, tuttavia, che anche questa riforma (come altre riforme), una volta arrivata in porto (cioè in Parlamento) incappasse in lungaggini e in ritardi burocratici che non sono certamente desiderabili. È per questo che ci siamo permessi, molto sollecitamente, di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri e i ministri interessati, affinché una tale evenienza non si verifichi in questo caso.
Sappiamo da entrambe le parti - interpellanti e Governo - che si tratta di una legge assai complessa: non vi è dubbio che ci vorrà del tempo per coordinare tutte le azioni previste. Quel che preoccupa il mondo delle accademie e dei conservatori è la prospettiva di permanere in una situazione di incertezza e che il sistema rimanga in secondo piano. Una tale prospettiva non è sopportabile a lungo da parte di istituzioni di alta cultura, quali quelle che sono state citate.
Perciò ben venga il tavolo di concertazione interministeriale. Siamo lieti che la competenza sia stata affidata al sottosegretario Guerzoni, che ha seguito il provvedimento all'inizio ed alla fine del suo travagliatissimo iter e ne siamo lieti in particolare perché egli è stato uno degli artefici della sua conclusione positiva.
Vorremmo che il sottosegretario avesse l'impressione palpabile di un'attenzione straordinaria verso questo provvedimento e verso una sollecita soluzione dei problemi connessi, ivi comprese le elezioni del primo organismo che porterà all'autonomia ed alla discussione con i ministeri interessati. Poiché sappiamo quanto tempo occorra, spesso, per le elezioni di rappresentanze a livello universitario, vorremmo che in questo caso si evitassero tempi tanto lunghi.
Siamo assolutamente concordi sul fatto che tutto ciò è importante anche per quegli istituti che attualmente sono sottoposti a gestioni o intercomunali e provinciali o regionali, che non sono materialmente più in grado di sopportare lo sforzo economico per mantenere al livello adeguato queste istituzioni.
Dopo aver fatto tanti sforzi e tante discussioni vorremmo fosse chiaro al sottosegretario ed al Governo che teniamo moltissimo alla rapidissima entrata a regime di questa riforma, importante non solo per gli operatori, ma anche per il buon nome dell'Italia dell'arte, della musica e per gli studenti ai quali è dovuta un'istruzione a livello europeo, con riconoscimenti di tipo accademico europeo. Grazie per l'impegno assunto.