CONSIGLIO NAZIONALE PER L'ALTA FORMAZIONE ARTISTICA E MUSICALE
(organo consultivo di cui all'art. 3, comma 3, della legge 21 dicembre 1999, n. 508)

Adunanza del
3 ottobre 2001
Verbale n. 16

Definitivo

L'adunanza ha inizio il 3 ottobre 2001 alle ore 10,30.

Presiede la prof.ssa DORA LIGUORI SCOCOZZA - Presidente.

Sono presenti i Consiglieri:

ANGELINI GIULIO, BRAVACCINI MARCO, CARELLI RODOLFO, COLOMBO ANTONELLA, DE FILIPPI FERNANDO, EVANGELISTI SILVIA, GAGLIARDI PATRIZIO, GIUDICE CARMELO, GRASSI SAVINO, MUSATI LUIGI MARIA, PARRILLA MARGHERITA, ROSSITTO DOMENICO, SILVERI GIULIANO, TASCHERA LEONARDO.

Sono assenti i Consiglieri:

CIMINO VINCENZO, SIERCHIO GIUSEPPE.

Assiste Roberto Morese che adempie alle funzioni di Segretario.

 

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Il giorno 3 ottobre 2001, con inizio alle ore 10,30, si è tenuta presso il Ministero dell'Università e della Ricerca Scientifica e Tecnologica - Piazzale Kennedy, 20 - Roma - Sala Fazio 1 – I Piano, l'adunanza del Consiglio Nazionale per l'Alta Formazione Artistica e Musicale (CNAM provvisorio) sotto la Presidenza della prof.ssa Dora LIGUORI con il seguente ordine del giorno:

1.    Comunicazioni del Presidente.

2.    Incontro con il Ministro Letizia Moratti.

3.    Approvazione del verbale n. 15 relativo alla riunione del 13 settembre 2001.

4.    Varie ed eventuali.

4.1       Richieste di parere Pareggiamenti:

-           Istituto musicale “Franco Vittadini” di Pavia.

-           Istituto musicale “P.I.Tchaikovsky” di Nocera Terinese.

-           Istituto musicale “G. B. Pergolesi” di Ancona.

 Il Presidente LIGUORI chiede al Consiglio, in occasione della imminente partecipazione del Ministro Letizia Moratti all’adunanza odierna, di essere sintetici, non conoscendo gli impegni successivi del Ministro e quanto tempo si tratterrà in riunione.

Dopo ampia discussione il CNAM delega il Presidente LIGUORI ed il Consigliere CARELLI a rappresentare, se non ci fossero i tempi necessari, le problematiche più importanti a nome di tutte le istituzioni dell’alta formazione artistica e musicale, problematiche più volte espresse e sottolineate da tutto il Consiglio.

Alle ore 11.00 entrano il Ministro Letizia Moratti, l’avv. Daniela Salmini, il prof. Furlan, la dott.ssa Grazia Corbello, il dott. Giorgio Bruno Civello, il dott. Remo Di Lisio.

Il Presidente LIGUORI ringrazia il Ministro per avere accettato l’invito a partecipare all’adunanza del Consiglio e affronta immediatamente il discorso sulle istituzioni di alta cultura sottolineando come Accademie e Conservatori fondano la loro specificità ed il loro diritto ad essere alta formazione nell’art. 33 della Costituzione. Da 70 anni attendono una riforma. La legge 19 dicembre 1999, n. 508 ha avuto un iter travagliato, riuscendo alla fine ad essere approvata da una larghissima e trasversale maggioranza parlamentare. Infatti, non a caso i relatori erano due parlamentari di colore politico opposto. La legge ha prodotto, nell’immediato, due eventi importanti: la costituzione del Consiglio nazionale per l’alta formazione artistica e musicale, come espressione liberamente eletta da tutte le istituzioni dell’alta formazione artistica e musicale ed il successivo Comparto di contrattazione separata dalla Scuola per il personale docente e amministrativo delle istituzioni artistiche e musicali. Va sottolineato che per ottenere detto Comparto, viste le difficoltà provenienti da più parti, si è dovuti ricorrere ad una ulteriore pronuncia del Parlamento. Si vuole, inoltre, ricordare che con il passato Governo, ma non è adesso né il luogo né la situazione per riparlarne, ci sono state spesso difficoltà di comunicazione e di intendimenti e di ciò fanno fede le deliberazioni del CNAM. La legge 508/99 contiene però degli impegni e delle scadenze che non rispettate vanificherebbero tutto il grande lavoro svolto sin qui. Tutte le istituzioni dell’alta formazione artistica e musicale con soddisfazione hanno appreso il 3 agosto u.s. la notizia del parere favorevole deliberato dalle Commissioni Parlamentari al regolamento di autonomia statutaria e regolamentare. La notizia, successiva, di un’ulteriore fermo all’ultimo atto prima dell’approvazione definitiva del regolamento, ha portato in uno stato di grande frustrazione tutto il settore.

Sig. Ministro, le chiediamo a nome di tutto questo trascurato settore di non fermare il primo e più essenziale regolamento recuperando, semmai in un secondo momento, quelle modifiche da Lei ritenute importanti. L’avvio dell’autonomia darebbe grandi opportunità a queste istituzioni per uscire finalmente dalle pastoie burocratiche e di competere sul mercato, dando più spendibilità ai titoli conseguiti dagli studenti.

Sig. Ministro, invochiamo il suo stile pragmatico nell’affrontare le questioni complesse, al fine di accelerare la definizione di questo importante traguardo.

Interviene il Ministro Moratti, ringraziando il Presidente e tutto il Consiglio per la calorosa accoglienza. Si scusa di non avere potuto incontrare in precedenza il CNAM ma il ritardo è giustificato dall’esigenza di avere una più approfondita e chiara conoscenza delle tante problematiche delle istituzioni artistiche, musicali e coreutiche. Ringrazia il Consiglio per l’apporto propositivo dato alla riforma, come è dato riscontrare dal grande lavoro svolto e dai documenti prodotti.

Le istituzioni dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica rappresentano un patrimonio straordinario, uno dei beni più preziosi per il Paese con ricadute non solo culturali, ma anche economiche e sociali. Nella convinzione che tale ricchezza del Paese non possa andare dispersa, il Ministro si dice convinto dell’importanza della riforma del settore il cui nodo principale è rappresentato dai Conservatori vincolati nel loro processo di trasformazione alla parallela riforma della scuola.

Questo obbliga il Ministro ad essere coerente nel portare a soluzione insieme e con la massima celerità i due momenti della formazione musicale.

Da subito, si possono sgravare i Conservatori di quella parte dell’insegnamento che attiene alle scuole medie annesse, assicurando comunque un uguale monte ore formativo dedicato alla musica. A tal fine è necessario il raccordo con la Commissione Bertani sui cicli scolastici, in tempi strettissimi – entro dicembre – dovrebbe concludere il proprio lavoro. Sarà compito dei Conservatori assumere nel futuro una nuova competenza di monitoraggio e di valutazione dei percorsi formativi delle scuole medie ad indirizzo musicale e dei licei musicali che solo gli istituti di alta formazione possono esercitare. Per questo è stato nominato un gruppo di lavoro che dovrebbe raccordarsi con la Commissione Bertani sui cicli.

E’ in atto l’esame di nuove proposte di sperimentazione didattica per l’anno accademico 2001 – 2002, e del rinnovo di quelle avviate nello scorso anno accademico e sottoposte a monitoraggio.

Infine, il Ministro prende personalmente l’impegno nei confronti dei docenti, del personale amministrativo e degli studenti a completare, in tempi brevissimi, l’iter per l’approvazione del regolamento sull’autonomia statutaria e regolamentare previsto dalla legge 508/99, per avviare quel processo di autonomia economica e gestionale così importante per la vita di tutto il settore e per coinvolgere energie diverse, anche di enti terzi, in grado di valorizzare e dare un sostegno finanziario.

Concluso il suo intervento, il Ministro si dichiara pronto ad ascoltare i componenti del Consiglio, fermo restando il suo convincimento che la riforma dei Conservatori non può essere scissa da quella della scuola secondaria essendo l’una necessario completamento dell’altra.

Prende la parola il Consigliere CARELLI che esprime al Ministro tutto il suo apprezzamento: primo, per l’esempio dato sui percorsi formativi delle nuove lauree, ammettendo la durata quadriennale per le discipline umanistiche, esempio di flessibilità che interpreta correttamente lo spirito della legge che va incontro all’utenza; secondo, per l’invito alla riflessione dato a tutti gli studenti, all’indomani dell’orribile attentato di New York, l’11 settembre scorso, sottolineando con forza il primato dell’azione formativa.

La legge 508/99, come ricordava il Presidente, ha prodotto già due pilastri importanti: la costituzione del CNAM e del Comparto autonomo per le istituzioni dell’alta formazione artistica e musicale – Comparto che, peraltro, ha avuto resistenze durissime da parte di alcuni settori della Pubblica Amministrazione, tanto che il Parlamento è dovuto intervenire legislativamente affinché, nemmeno nella data di celebrazione delle elezioni per le RSU potesse insorgere l’equivoco di una persistenza del Comparto Scuola. La linea maestra è quella dell’autonomia integrale che comprende quella statutaria già sancita nella Legge 537/93, che dà pari opportunità a tutte queste istituzioni, mandandole “nel mare aperto” del mercato e del confronto soprattutto internazionale.

Altresì, nella legge 508/99 è contenuto un elemento rivoluzionario per tutta la Pubblica Amministrazione e cioè la possibilità, per il nuovo reclutamento oltre al personale esistente in ruolo ad esaurimento, di provvedere mediante l’attribuzione di contratti quinquennali, rinnovabili. Proprio il primato dell’azione formativa, sottolineato con forza dal Ministro, in strutture certamente più agili di quelle universitarie, si richiede a maggior ragione la unicità della rappresentanza nella figura del Rettore, o se, la denominazione dovesse suscitare scomposte reazioni del mondo universitario, del direttore-presidente.

Sul nodo dei Conservatori, come indicato con chiarezza dal Ministro, si è convinti che il processo di differenziazione tra la fascia superiore, media e inferiore debba partire in parallelo senza altre fermate, visto il già grave ritardo. I Conservatori si configurerebbero come “centri di eccellenza”, se vogliono stare sul mercato e camminare con le proprie gambe.

In conclusione, il Consigliere CARELLI, ripone grande fiducia nell’operato futuro del Ministro.

Interviene il Consigliere DE FILIPPI che sottolinea come la Legge di Riforma n. 508, che assegna agli Istituti d’Alta Cultura il livello universitario, rischia di essere vanificata dal ritardo con il quale si stanno affrontando i Regolamenti applicativi. Il riconoscimento universitario è stato ottenuto proprio nel momento in cui l’Università sta attuando un profondo rinnovamento delle strutture e dell’offerta didattica, nell’ottica di una armonizzazione europea dei corsi di studio. Le Accademie, con questa legge, vedono finalmente riconosciuto il proprio ruolo trainante, in un paese in cui l'arte produce ricchezza e potrebbe produrre numerose occasioni di lavoro, utilizzando quel patrimonio di energie creative rappresentato dai diplomati delle Accademie, che sono riusciti ugualmente a tenere alto il prestigio italiano, sia nel campo artistico, che della moda, del design e di tutte quelle attività creative, che i nostri docenti e studenti sono riusciti ad affrontare nonostante i limiti di norme ferme alla legge Gentile e quindi ad una tecnologia del 1923.

I regolamenti debbono ora determinare  un ampliamento dei Corsi, promuovendo nuovi orientamenti legati alle nuove professioni, per garantire alle accademie riformate e alle nuove tendenze della ricerca nel campo delle arti, la specificità dei processi formativi e didattici, in grado di integrarsi tra approfondimenti teorici, sperimentazioni progettuali e di laboratorio, al fine di favorire il rapporto formazione-lavoro ed assicurare i collegamenti dei nostri Istituti riformati con le altre istituzioni universitarie, le imprese e i luoghi di lavoro intellettuale. I regolamenti debbono, insomma essere utilizzati per proporre nuove e aggiornate configurazioni didattiche, senza le quali la nuova legge risulterebbe un vestito nuovo collocato sulle vecchie strutture e l’innovativo provvedimento resterebbe una scatola vuota.

Solo così gli Istituti d’Alta Cultura potranno diventare i contenitori delle più moderne tipologie formative, i luoghi in cui la testa e le mani lavorano insieme, dove coesistono teoria e prassi, attraverso l’elaborazione di una didattica aggiornata, tecnico-operativa e teorico-metodologica, in grado di offrire al discente una specifica e qualificata preparazione, che, attraverso lo studio delle nuove tendenze della creazione, dell'applicazione delle immagini, della produzione, del mercato, degli stili, sia capace di proporre corsi originali e aggiornati.

La dichiarazione della “Sorbona” sottoscritta nel maggio 1998 e la successiva “Dichiarazione congiunta dei Ministri dell’Istruzione Superiore” sottoscritta al Convegno di Bologna nel maggio 1999, hanno impegnato i Ministri delle Università Europee, ad adottare in tempi brevi, sistemi di istruzione reciprocamente compatibili, fondati su due cicli principali, il primo triennale, il secondo biennale, ciascuno organizzato secondo il sistema del Crediti Formativi, al fine di promuovere la mobilità tra gli istituti europei e criteri analoghi di valutazione della qualità degli studi superiori.

È necessario relazionarsi alla dimensione europea sia in termini di regolamentazione dell’esercizio delle professioni, sia per quello che riguarda la potenziale mobilità lavorativa all’interno dei paesi membri, prevedendo possibili collocazioni differenziate, dal lavoro dipendente, alla libera professione sino alla costituzione d’impresa, ecc.

Ma al di là delle necessarie innovazioni e della programmazione di nuovi corsi e indirizzi, i nostri Istituti si sono, già da qualche anno, avviati sulla strada di una programmazione, sia comportamentale che curriculare, di tipo universitario.

Se infatti proponiamo un raffronto tra gli attuali piani di studio delle Accademie di belle arti e quelli di molti paesi europei, possiamo verificare come tali programmi siano, anche dal punto di vista teorico-scientifico, più complessi e articolati, di quelli degli altri paesi europei. Gli studenti delle accademie italiane conseguono infatti il diploma dopo almeno 22 esami sostenuti in cinque o sei anni di studi, dopo lo svolgimento di una tesi che si può paragonare al dottorato sostenuto in Spagna, con gli insegnamenti teorici, impartiti secondo Corsi monografici, con gli stessi manuali o libri di testo utilizzati nell'Università. Frequentano 8 semestri di Storia dell’Arte, con quattro esami contro un solo semestre ed un solo esame delle Accademie tedesche. Ancora l’Accademia di Brera, come del resto altre accademie italiane, ospita circa 500 studenti stranieri, tutti in possesso di Laurea conseguita nel paese d’origine, che frequentano questi corsi come veri e propri Master o Scuole di Specializzazione. Per accedere a tali corsi si sobbarcano anche un esame d’ammissione e non tutti sono ammessi. Come gli altri studenti Universitari godono del diritto allo studio e del Presalario, hanno i voti in trentesimi ed il diploma in centodecimi. L’Italia è inoltre l'unico paese che permette di frequentare un indirizzo artistico già nella scuola secondaria. Occorre quindi integrare i corsi esistenti con nuovi indirizzi in grado di programmare l'apprendimento pratico, la sperimentazione dei linguaggi tecnologici, multimediali e dei relativi sistemi tecnici, per permettere la sopravvivenza e la promozione delle professioni della tutela, del restauro, del design, nelle sue varie sfaccettature, sino alla difesa dell’enorme patrimonio costituito dalla trasmissione memoriale delle conoscenze nella produzione artigianale, stabilendo interconnessioni con le Facoltà Universitarie tecnico - scientifiche e una partnership, non difficile da identificare, con le imprese dei settori tecnologici e telecomunicativi avanzati.

In un paese che possiede il 65% dei cosiddetti giacimenti culturali, esiste un ruolo irrinunciabile delle Accademie nel sistema dell’Istruzione Universitaria e appare inammissibile che, in Italia, la ricerca artistica e, di conseguenza, la formazione di quadri nel settore, sia stata sinora esclusa dalla programmazione delle nuove strategie operative, che passano attraverso un ruolo nuovo della funzione formativa dell’Università.

Nella passata legislatura si era venuto a determinare uno scollamento tra il CNAM da una parte ed il Ministro On.le Zecchino e il sottosegretario Guerzoni, dall’altra. Ciò ha determinato una vera e propria paralisi dell’iter legislativo della 508, tanto è vero che a due anni dall’approvazione della legge ci troviamo ancora al punto di partenza.

Gli avvenimenti del 3 agosto 2001, con l’approvazione dell’autonomia regolamentare da parte delle commissioni della Camera e del Senato e le dichiarazioni dell’on.le Possa a nome del Governo, che prometteva una rapida conclusione dell’iter parlamentare per l’approvazione completa dei Regolamenti, aveva determinato in noi la speranza di poter finalmente avviare il nuovo anno accademico con le nuove normative. La lettera, poi, dell’on.le Ministro, indirizzata al Presidente del CUN, Prof. Labruna, che diffidava le università dall’attivare nuovi Corsi di Laurea in aree di pertinenza dei nostri Istituti, era stata la ciliegina sulla torta. Dopo mesi di immobilismo, tutti i docenti delle Accademie, dei Conservatori e degli Isia si erano complimentati con gli On.li Asciutti ed Adornato per la solerzia ed il coraggio dimostrati.

La 508 è infatti passata all’unanimità per quanto riguarda la legge, mentre l’autonomia statutaria aveva visto l’astensione dei soli DS. Poi improvvisamente le prime notizie, dapprima contraddittorie poi più definite che minacciavano il ritiro dei regolamenti per una presunta cattiva interpretazione della legge 29 del 1993 che all’art.48 prevedeva l’assenza nel CdA dei dipendenti interni, anche elettivi. Non pare utile soffermarsi sulla corretta interpretazione della legge che non credo possa essere riferita ai nostri istituti. Si vuole solo portare l’esperienza di dieci anni di direzione dell’Accademia di Brera, la più importante, almeno per numero di docenti e di discenti, d’Europa. Almeno in un caso, con un famoso architetto, nominato dall’allora Ministro Lombardi e confermato da Berlinguer, presidente dell’Istituto milanese, la scuola ha rischiato la paralisi. Per motivi che non si conoscono il presidente in questione si rifiutava di firmare l’acquisto della semplice cancelleria, di ratificare il pagamento dei telefoni e della stessa luce. Sono stati anni oscuri durante i quali il Presidente, non potendo intervenire nella didattica o meglio non ottenendo dal Consiglio e dal Collegio, l’approvazione del suo disegno, che era poi quello di trasformare il Palazzo di Brera in un grande museo, espellendo di fatto l’Accademia, riuscì a bloccare se non ad impedire il normale corso didattico. Di esempi di questo tipo se ne possono riferire a decine. Molti hanno portato alle dimissioni del Direttore, altre a quelle del Presidente. Nel caso dei nostri Istituti il presidente è presente quattro o cinque volte all’anno a fronte delle 36 ore settimanali del direttore. Non riceve uno stipendio ed utilizza la carica come un’onorificenza o per ottenere gli inviti alle serate milanesi. Nel passato si trattava di un ricco signore il cui compito era quello di ripianare i debiti dell’Istituto attraverso l’automecenatismo. La legge non gli consente nessun intervento didattico, ma soltanto un controllo amministrativo del resto garantito dai Revisori dei Conti, dalla Ragioneria Centrale, dall’Ute, dalla Corte dei Conti e da qualche altro ente di controllo.

Occorre inoltre ricordare all’on.le Ministro che accanto al direttore operano in tali istituti uno o addirittura due Direttori amministrativi. La diarchia che si vuole proporre rischia di portare la paralisi in queste istituzioni.

Certo ci sono esempi positivi, come del resto quello che io vivo attualmente. Ma è una questione di principio. I nostri Istituti sono complessi ed articolati e debbono essere diretti, sia pure collegialmente, da un un’unica mano.

Ma quello che sta più a cuore sono i tempi. Il ritiro dell’autonomia regolamentare azzererà, di fatto, il lavoro svolto sui regolamenti. Il CNAM ha risposto all’inerzia della passata legislatura autoconvocandosi e proponendo una sua bozza completa di tutti i regolamenti, risultato dall'elaborazione della prima proposta ministeriale e di una proposta dell'Accademia di Brera, alla quale avevano portato il loro contributo alcuni docenti di Venezia e di Bologna.

I regolamenti hanno anche la funzione di sciogliere alcuni nodi presenti nella stesura della legge, per migliorarla e per fare in modo che alle istituzioni dell’alta formazione artistica e musicale venga riconosciuto un ruolo centrale nel sistema formativo italiano oltre ad una totale e reale equiparazione con le altre università. Ci occorrono, inoltre, bilanci che rispondano a criteri universitari.

Numerosi aspiranti, poi, attendono l’apertura dei Corsi Integrativi, previsti dalla legge entro tre anni dalla sua approvazione, per convertire il titolo già acquisito nel nuovo. Nella posta elettronica del sito dell’Accademia si ricevono decine di domande al giorno sull’argomento.

La legge di riforma è intervenuta dopo una lunga attesa, durata 70 anni. Ci troviamo quindi oggi costretti a riguadagnare il tempo perduto ed impedire quelle strategie dilatatorie che finora hanno bloccato di fatto l’applicazione della legge.

Il mondo del lavoro ha bisogno dell’offerta formativa che deriverà dai nostri Istituti riformati.

Per fare solo un esempio, gli stilisti milanesi hanno prenotato, per alcuni anni, i diplomati del corso di Fashon, del Saint Martin Institute di Londra. Con la piena applicazione della 508, accanto a Pittura, Scultura e Scenografia le nostre accademie potranno attivare Corsi in grado di rispondere ai bisogni del paese. Ogni anno i nostri Istituti sono frequentati da centinaia di studenti stranieri che attraverso l’Erasmus frequentano le nostre istituzioni. Anche a questi e non solo ai nostri studenti, sia noi che il governo, dobbiamo una sollecita risposta.

Il Consigliere TASCHERA ringrazia il Ministro per la consapevolezza mostrata nei confronti della necessità di una visione globale della riforma degli studi musicali, di cui la legge 508 riguarda solo il segmento superiore, e, da uomo di studi, come già rappresentato in numerosi interventi su riviste specializzate, conviene sulla opportunità di raccordare la 508 con provvedimenti legislativi che garantiscano l’esistenza di un segmento primario e secondario di studi musicali congruente con gli accessi all’Alta formazione. Come membro, però, del CNAM, organismo preposto, tra l’altro, in particolare ad esprimere pareri e formulare proposte proprio sui regolamenti applicativi della legge 508, esprime preoccupazione per l’ipotesi che detti regolamenti debbano attendere, per essere promulgati e applicati, il disposto legislativo che normi sulla formazione musicale afferente al livello superiore. A suo giudizio, ritiene che ci siano le condizioni soggettive e oggettive perché l’iter della 508 proceda senza intoppi: in primo luogo la legge prevede che i Conservatori garantiscano la formazione musicale iniziale fino all’emanazione della relativa nuova normativa; in secondo luogo avere da subito operativo il segmento superiore di studi non può che avere una ricaduta positiva sull’elaborazione dei contenuti culturali del segmento precedente e sulla formazione di competenze che debbano esservi spese in prospettiva; in terzo luogo i Conservatori possono mettere in rete, garantendone gli standard qualitativi, tutte quelle agenzie formative presenti sul territorio, in grado di offrire una formazione musicale adeguata all’accesso ai livelli superiori di studi.

Ma un’altra considerazione stringente induce ad auspicare una rapida applicazione della legge: la mancanza dei nuovi ordinamenti didattici e la contestuale richiesta e autorizzazione da parte del Ministero di sperimentazioni del futuro assetto della formazione superiore, corrono il rischio di lasciare queste ultime in balia di iniziative tra loro non congruenti per la mancanza di un modello di riferimento e gli studenti che le praticano in una situazione di incertezza e sfiducia sulla loro reale efficacia sia a livello formativo che a livello degli esiti giuridici.

Il Consigliere PARRILLA sottolinea l’unicità dell’Accademia nazionale di danza che si pone in concorrenza non solo con l’offerta di formazione nazionale ma, anche e soprattutto, sul piano internazionale nei confronti dell’Europa, dell’America e della Russia.

Sottolinea l’importanza di salvaguardare, con ogni strumento, la qualità nell’offerta formativa pubblica, anche in considerazione della giovane età degli studenti di queste discipline e della mancanza di controllo sulla serietà e la professionalità dell’offerta di formazione privata.

Porta, infine, a conoscenza che l’Accademia nazionale di danza ha presentato, per la prima volta, una proposta di sperimentazione di danza a livello multimediale, innovativa per l’Italia.

Il Consigliere MUSATI, associandosi al collega DE FILIPPI, sottolinea le gravi contraddizioni dovute al ritardo nell’emanazione dei regolamenti attuativi la legge 508/99. L’attuale livello giuridico delle nostre istituzioni è inadeguato ai processi di produzione e di concorrenza nel contesto della formazione artistica. Quotidianamente sperimentiamo l’impossibilità di concorrere, con strumenti adeguati, al confronto ed alla collaborazione con analoghe nostre istituzioni in Europa o in America-latina. L’Accademia nazionale di arte drammatica sta rinviando, ormai da tre anni, in attesa di strumenti normativi idonei, l’istituzione di sezioni staccate a livello nazionale con la collaborazione di soggetti istituzionali (Regioni, Province e Comuni) e terzi.

Infine, sulla questione dei Presidenti dei Consigli di Amministrazione, nonostante non abbia mai avuto come direttore alcuna difficoltà, si ritiene che il modello universitario di direzione unica nella persona del Rettore sia più efficiente ed efficace. Sottolinea, infine, come sia decisivo, per una reale attuazione della riforma, un diverso e ben maggiore impegno finanziario dello Stato, lamentando che proprio nel momento in cui le competenze circa l’Alta formazione artistica sono passate dal Ministero della Pubblica Istruzione al MURST siano avvenuti dei pesanti tagli (per l’Accademia nazionale di arte drammatica circa il 30% del finanziamento) sui bilanci preventivi, e questo ad anno accademico avanzato.

Il Consigliere ANGELINI, rappresentante degli ISIA, in apertura d’intervento richiama l’attenzione del Ministro Moratti sull’attuale bozza del DPR sull’autonomia statutaria che prevede sia l’articolo 3 che l’articolo 4 per gli organi di governo, rispettivamente per le Accademie e i Conservatori da un lato, e per gli ISIA dall’altro, e che pensa che sicuramente Lei si sarà posta il problema del capire il perché di questa separazione.

Il Consigliere ANGELINI ricorda che, fin dalla fondazione avvenuta trent’anni fa, gli ISIA nascono con un impianto assolutamente innovativo per l’epoca e che oggi ci porta a considerare gli ISIA come specchio fedele dell’attuale riforma, come fosse già operante.

In effetti la “formula ISIA” opera con un impianto sperimentale che prevede un organo di governo, il Comitato Scientifico Didattico, che espleta anche i compiti e le funzioni del Consiglio d’Amministrazione, composto da diverse componenti con giusto equilibrio tra membri esterni ed interni. Sono infatti attualmente presenti sia il Rappresentante degli Studenti (per la prima volta in Italia nella scuola pubblica), sia quello dei Docenti (elettivo), oltre al Direttore Coordinatore (membro di diritto), assistito in qualità di Segretario dal Direttore dei Servizi Generali ed Amministrativi; i membri esterni sono prescelti (e indicati al superiore Ministero per la ratifica) nel novero delle personalità reperite nell’ambito disciplinare e specialistico ed appartenenti al mondo della cultura, della ricerca scientifica, dell’imprenditoria, delle professioni, dell’economia.

Ciò ha consentito, come tuttora consente, un peculiare e rapido raccordo con il mondo esterno, facendo sì che l’osmosi avvenga con efficacia e tempestività, anche rispetto alle possibilità di finanziamento della ricerca convenzionata e all’immissione dei giovani professionisti del design nel mondo del lavoro.

Giova anche ricordare che l’elezione del Presidente avviene, per decreto, in seno al Comitato Scientifico Didattico sulla base di una conferenza di programma che, di prassi, coinvolge anche il Collegio dei Docenti e gli Studenti attraverso le proprie rappresentanze.

Il Consigliere ANGELINI ha chiesto pertanto al Ministro Moratti che tutta l’esperienza ISIA fosse attentamente valutata, visto che l’istituzione è stata fondata con criteri di assoluta novità e che gli ISIA tengono molto al fatto che il modello funzionale non sia manomesso dal punto di vista organizzativo ed istituzionale; considera infine non applicabile l’ipotesi della nomina diretta ministeriale del Presidente poiché verrebbe percepita come una regressione, visto che l’impianto istituzionale, fin dalla fondazione, si basa unicamente sulla competenza specifica, articolata e integrata dei membri del Comitato Scientifico Didattico, anche rispetto alle culture di contesto socioeconomico, al fine di porre in essere rapporti esterni con la tecnostruttura del design nelle forme più efficaci. Aggiunge infine che una tale formula ha sempre privilegiato la qualità della ricerca e della didattica, a fronte delle tentazioni del mercato (da intendersi qui sia del lavoro che del consumo) che avrebbero potuto, così come capita nell’offerta dell’istruzione privata, deviare il corso delle scelte verso orizzonti professionalizzanti, al ribasso, con le finalità formative di un mero esecutore tecnico pratico del design, laddove le scelte strategiche imprenditoriali avvengono da altra parte. Al proposito, non poche perplessità si nutrono all’interno degli ISIA (mentre già fervono i preparativi per i nuovi piani di studio) sulla generale ristrutturazione in atto dell’architettura europea dell’insegnamento universitario laddove, con la formula del “tre anni più due”, sarà arduo individuare un ruolo sociale alla figura del “progettista intermedio”, il diplomato del primo livello accademico, che potrebbe essere relegato ad un ruolo di esecutore, la cui obsolescenza è già stata sancita dall’informatizzazione della produzione. I nostri allievi sono anche ergonomi, modellisti, operatori di computer grafica ed, anche, smaliziati operatori di marketing. Il punto però è di non rivenderli come tali. Ovvero per frammenti di cultura, di conoscenza, di tecnica. La centralità del problema è il progetto, con tutta la sua complessità, ed è a questa necessità formativa che bisogna rispondere.

Il Consigliere ANGELINI ha, altresì, ricordato al Ministro che nel fascicolo consegnato a fine giugno al MIUR dagli esperti del Comitato Ministeriale di Coordinamento sono contenute tutte le argomentazioni necessarie a supportare le decisioni ministeriali.

Infine, il Consigliere ANGELINI ha lanciato alcune raccomandazioni, così riassumibili in breve: 1) il problema della denominazione del titolo di studio (molto sentito dagli studenti) che genera confusione rispetto al grande pubblico e che non rende giusto merito all’ottima qualità della didattica del design praticata in Italia (congruità con l’architettura universitaria europea, congruità con il Politecnico delle Arti / rapporto con l’Università, ecc.); 2) sorvegliare adeguatamente, anche con opportuni provvedimenti di legge, la grande pressione esercitata dall’Università nei confronti delle aree disciplinari tipiche AFAM, sottolineando che la competizione ci interessa e non ci sottraiamo al confronto ma che sarebbe opportuno che si creassero pari opportunità tra l’Università (già autonoma, piena di soldi e di potere) ed il comparto AFAM (il Consigliere ha ringraziato il Ministro Moratti per l’intervento operato ad agosto sul CUN in tal senso); 3) ricorda l’urgenza di avviare i corsi integrativi, anche in transitorietà per gli attuali studenti;

4) sottolinea infine la necessità di risolvere tutta la questione del personale ISIA, docente (tutti contrattisti) e non docente (distaccati dalla scuola media superiore), e del relativo inquadramento in pianta organica che, se non risolto in tempi adeguati, provocherà la fuga inevitabile dei docenti ISIA verso l’Università, anche per questioni economiche legate ai compensi poco remunerativi in rapporto all’attività di ricerca, di didattica e d’attività d’istituto che sono chiamati a svolgere.

Il Consigliere ANGELINI ringrazia il Ministro Moratti per l’attenzione prestata.

Il Consigliere COLOMBO chiede al Ministro, che ha recentemente autorizzato nuove proposte di sperimentazione didattica nell’anno accademico 2001-2002, di valutare la possibilità di inviare al CNAM tutta la questione, avendo il Consiglio competenze e professionalità adeguate. Ricorda che lo scorso anno furono nominate commissioni con il compito di analizzare e scegliere le richieste e che il CNAM dovette discutere se entrare nel merito oppure avvallare le scelte fatte. Questo provocò ritardi e malumori. Questa soluzione eviterebbe altresì di perdere altro prezioso tempo considerando che l’inizio dell’anno accademico è vicinissimo.

Concorda con quanto sopra espresso dal Consigliere ANGELINI, e si ritiene francamente preoccupata dalla proliferazione di nuovi corsi di laurea costituiti dalle Università nelle discipline tradizionalmente afferenti alle istituzioni artistiche, musicali e coreutiche. E’, altresì, a conoscenza della lettera inviata al Presidente del CUN e dell’intervento del rappresentante del Governo il 3 agosto alla Camera dove si ritiene che “non sussista il rischio di un’invasione da parte delle università degli spazi propri delle accademie e dei conservatori”. Si apprezza l’attenzione del Ministro ma è “vecchio disegno” e si sta già realizzando. Una lettera del Preside della facoltà di Design e Arti di Venezia, inviata alle Accademie di tutta Italia, invita alla partecipazione ai corsi “con qualifica di uditori” gli studenti già diplomati delle Accademie. Quindi, si rivolgono alle istituzioni dell’alta formazione artistica e musicale ritenendole bacini di utenza ma classificandole di serie B: il diploma, come spiegato precedentemente dal Consigliere De Filippi, si consegue dopo 5 anni (4 di corsi e uno di preparazione delle tesi) e, paragonato alle Accademie d’Europa, il percorso formativo è decisamente più impegnativo.

La Riforma che si sta attuando soffre soprattutto di una scarsa visibilità: il grande pubblico e quindi le famiglie e gli adolescenti che intendono “formarsi nell’arte e nella musica” non sono al corrente di quanto sta accadendo. Sarebbe da considerare l’opportunità di fare una maggior pubblicità da parte di questo Ministero.

Il Consigliere BRAVACCINI esprime apprezzamento per la sensibilità dimostrata dal Ministro ad incontrare, appena possibile, il CNAM, anche in considerazione delle difficoltà sempre avute nel passato ad avere un interlocutore politico.

Ritiene che, in riferimento al nodo “Conservatori” espresso poc’anzi dal Ministro, il giudizio debba riguardare ogni singola istituzione e la sua attività e non il quesito se siano pochi o tanti.

Sulla questione della nomina dei Presidenti del Consiglio di Amministrazione trova difficile conciliare l’imposizione di una nomina governativa con un regime di autonomia regolamentare e statutaria.

Sulla sperimentazione didattica ritiene che, mancando una griglia di criteri omogenei alla sorgente, sia difficile comprendere il valore del titolo che si ottiene.

Infine, ritiene che il CNAM dovrebbe essere maggiormente investito per le sue competenze tecniche e professionali, soprattutto nelle attività istruttorie.

Interviene il Consigliere GAGLIARDI che osserva quanto segue:

1)    intanto, un richiamo allo spirito della legge 508/99, che è una legge di riforma, non di riordino. Nel Convegno internazionale di Bologna "Lo spazio europeo dell'istruzione superiore ", è stata firmata da 30 ministri d'Europa, una Convenzione di interscambio e veicolazione dei titoli di studio in Europa. In tale convegno è stata presentata dal MURST la nuova configurazione del sistema dell’alta formazione con la integrazione fra i tre comparti: Università/Alta Formazione Artistica e Musicale/I.F.T.S. Oggi a quanto pare, le regole della geometria, sono state modificate, dal momento che non vi è né parallelismo, né equipollenza applicata fra i tre comparti. Assistiamo invece a dilazioni, meri riordini, e tutele corporative (basti considerare la questione Presidenti);

2)    precisa che il titolo di studio conseguito nelle istituzioni del comparto dell’alta formazione artistica e musicale, va integrato con i corsi previsti dall'art. 4 della legge 508/99, per il conseguimento dell'equipollenza alle lauree del comparto università. Sono passati ben due anni, ma questi Corsi, restano un miraggio, malgrado l'attesa di migliaia di studenti;

3)    è urgente il decreto di dichiarazione delle equipollenze, tra i titoli di studio dei tre comparti dell’alta formazione. Dunque è necessario che il Ministro, presenti una proposta che il Presidente del Consiglio adotterà;

4)       è necessaria l'estensione del decreto sull’uniformità di trattamento sul diritto agli studi universitari (del 30/04/97, alle istituzioni riformate, onde consentire pari opportunità fra studenti del medesimo Stato, ma con diritti diversi;

5)       si chiede di ovviare al vergognoso dilazionamento del regolamento in materia di autonomia statutaria e regolamentare, operato dal suo predecessore, si chiede dunque urgente emanazione;

6)       si chiede di bloccare il vergognoso processo di fagocitazione delle strutture Architettoniche, e delle opere storiche delle Istituzioni Riformate, (vedi Accademia di Belle Arti di Venezia, Milano, Bologna), perpetrato grazie ad intese fra il Ministero Beni culturali e (l'ex/referente Ministero della Pubblica Istruzione), sembra, che nel Paese che detiene oltre il 60% del patrimonio artistico mondiale, a qualcuno, non piace far convivere la memoria storica, artistica e musicale, con la formazione del futuro;

 7)    piena soddisfazione per l'intervento del Ministro verso il prof. Labruna, Presidente del CUN, intervento atto ad impedire la duplicazione dei corsi specifici dei comparto alta formazione artistica e musicale. Questa non è una rivendicazione corporativa, bensì un atto contro gli sprechi di risorse, e la proliferazione di pseudo-corsi, che fuorviano gli studenti e danneggiano l'interesse dello stato;

8)    fa richiesta al Ministro, di far luce, e meglio monitorare i neo corsi sperimentali, che non hanno un inquadramento nazionale, non fanno conseguire un chiaro titolo di studio finale, spesso non hanno niente a che fare con le attese degli studenti, che risultano esclusi da consultazioni esplicative. Inoltre, vi è confusione in molte istituzioni, che stabiliscono a loro discrezione la durata dei corsi;

9)       si richiede, infine, un intervento del Ministro, atto a rendere concreta la partecipazione degli studenti negli organi collegiali, come da principi espressi nell'art. 1, comma 8, legge 508/99, ricordando che gli studenti aspettano atti concreti.

Il Consigliere GRASSI ringrazia il Ministro della sua presenza e del suo apprezzamento sia per il lavoro svolto dal Consiglio sino ad oggi, che per la grande ricchezza artistica, culturale e di esperienze di cui sono portatrici le istituzioni dell’alta formazione artistica e musicale.

Queste istituzioni, che rientravano, prima della legge 508/99, nelle normative della Scuola secondaria, hanno la grande opportunità di tornare a nuova vita.

Chiede al Ministro di impegnarsi nel trovare soluzioni, in merito all’immissione in ruolo per l’anno accademico 2001 – 2002, che permettano di andare a coprire il 100% dei posti disponibili con assunzioni a tempo indeterminato, anche per venire incontro alle giuste aspettative di lavoratori che da anni vivono di una vita professionale precaria.

La Puglia è sempre stata terra di fede e ciò ha permesso di continuare ad andare avanti, pur nelle difficoltà della vita quotidiana. Si potrebbero raccontare la vita ed i progetti delle istituzioni dell’alta formazione artistica e musicale, ma il sentimento più vero è contenuto in un sogno, dove finalmente tali istituzioni aprano i cancelli con tutti i regolamenti della 508/99 approvati.

Il Consigliere GRASSI chiede al Ministro di fare tutto ciò che è necessario per realizzare concretamente tale sogno.

Il Consigliere EVANGELISTI esprime la sua preoccupazione sulla gravità del ritardo nell’approvazione dei regolamenti e di tutti gli adempimenti successivi. Tale carenza impedisce di fatto qualunque genere di collaborazione con le università, per la difficoltà di comparare percorsi formativi diversi in un quadro europeo di riconoscimento dei crediti. Anche a causa di ciò, le università si sentono in diritto di aprire nuovi corsi, fagocitando spesso i docenti delle accademie di belle arti con allettanti proposte di lavoro ben remunerate. Ciò avviene anche per la presenza di bilanci finanziari ben diversi da quelli delle accademie. L’allungarsi estenuante dei tempi di applicazione della legge 508, attesa per oltre settant’anni dalle Accademie italiane, inoltre, agisce negativamente sulle componenti più attive di queste Istituzioni, docenti studenti e personale amministrativo, che vanno perdendo l’entusiasmo e la volontà di impegno che hanno consentito la sopravvivenza stessa delle Istituzioni sino ad oggi.

Il Consigliere SILVERI sostiene la necessità che vengano evitate penalizzazioni a danno delle istituzioni cosiddette medie e piccole, ed afferma che la qualità della produzione artistica non può essere rapportata alle dimensioni, ma deriva unicamente dalla capacità propositiva, dall’efficienza e dall’impegno svolto da docenti, non docenti, direttori e studenti: cita quale esempio il Conservatorio di Perugia, del quale egli stesso è direttore da molti anni, e che si è distinto per l’alto livello delle iniziative artistiche, ed in particolare per le stagioni di concerti svolte da ben due orchestre sinfoniche, per il laboratorio di musica elettronica ed informatica musicale, dotato di strumentazioni sofisticatissime, per la sede storica dotata di uno splendido Auditorium, caratteristiche tutte che molte cosiddette “grandi” istituzioni non sempre  possono vantare al loro attivo.

Chiede al Sig. Ministro che tutte indistintamente le istituzioni abbiano, fin dal principio, pari opportunità, con l’avvertenza che, ove le stesse non raggiungano oppure non mantengano gli standard qualitativi stabiliti, vengano ridimensionate, o addirittura soppresse, usando forme e modi peraltro già indicati dalla Legge 508/99.

Si associa al sogno del Consigliere GRASSI, e chiede al Sig. Ministro di assumere ogni iniziativa e di dare il massimo impulso al settore, in modo che tutte le istituzioni artistiche, musicali e coreutiche divengano sedi primarie di alta formazione, specializzazione e produzione. In particolare ricorda che le istituzioni stesse sono anche sede di corsi di specializzazione all’insegnamento, e che tale funzione deve essere ulteriormente rafforzata.

Sostiene che gli investimenti nella formazione pubblica creano un circuito virtuoso, che coinvolge pubblico e privato, sviluppando un indotto vastissimo, ed un conseguente arricchimento sul piano sociale e delle prospettive occupazionali.

Conclude il suo intervento auspicando che tante preziose risorse, che da anni vengono elargite a istituti privati a detrimento del settore pubblico - obbligato a fare i conti con bilanci modesti e regole di gestione inadeguate - tornino nel circuito della formazione pubblica, anche per consentire una equa competizione ed un confronto con i grandi centri di produzione ai quali finora sono stati riservati la più gran parte dei fondi, sia  dello stato che degli enti locali.

Il Consigliere GIUDICE illustra al Ministro la tipicità degli Istituti musicali pareggiati, i quali non sono altro che Conservatori di musica gestiti da enti locali, o da consorzi tra enti locali.

Il consigliere Giudice afferma inoltre che in questo momento di transizione è sua opinione che nuove iniziative di sperimentazione, in assenza di chiara regolamentazione, non consentono di realizzare un organico e ordinato ripensamento degli ordinamenti didattici in sintonia con lo spirito e con la lettera della legge di riforma e con le esigenze dell'utenza, creando condizioni di confusione e di scarsa chiarezza dell'offerta formativa che possono facilmente condurre alla futura necessità di ricorrere a provvedimenti di sanatoria.

E’ urgente invece emanare il regolamento sul nuovo ordinamento didattico al fine di rispondere alle esigenze degli studenti, tra le quali le più pressanti paiono:

1.             Definizione dei nuovi corsi accademici in linea con gli standard europei, secondo i criteri già formulati e proposti dal CNAM;

2.             Istituzione dei corsi integrativi, per i quali si ricevono già numerose istanze di iscrizione.

Il Consigliere ROSSITTO, concordando con gli interventi dei colleghi che lo hanno preceduto, sottolinea solo un aspetto tecnico.

Queste istituzioni concorrono sul mercato con analoghe istituzioni private sulla produzione. In questa competizione il privato si trova in una posizione di netto vantaggio per la presenza di strumenti normativi e di gestione della contabilità attuali e flessibili. Si ricorda che fino a pochi anni fa queste istituzioni avevano una autonomia di spesa pari a #. 100.000=.

Un secondo elemento è la necessità impellente di andare ad una revisione degli organici e dei profili professionali, retaggio obsoleto della scuola secondaria.

Il Ministro ringrazia il Consiglio per il quadro delle problematiche prospettato ma ribadisce la necessità di muoversi all’interno di un percorso. Rassicura i presenti che non è sua attenzione discriminare alcuna istituzione, a cui riconosce un ruolo fondamentale anche sotto l’aspetto sociale, patrimonio prezioso e valore aggiunto per il paese.

Ribadisce l’impegno preso a far approvare definitivamente il D.P.R. sull’autonomia statutaria e regolamentare in tempi brevissimi, iniziando contemporaneamente una collaborazione con il CNAM, attraverso la figura del suo Presidente, per mettere mano ai successivi regolamenti.

Alle ore 13,45 il Ministro Moratti esce dalla riunione.

Alle ore 13,45 il Presidente LIGUORI sospende la seduta.

La seduta riprende alle ore 15,00.

Presiede la prof.ssa DORA LIGUORI SCOCOZZA - Presidente.

Sono presenti i Consiglieri:

ANGELINI GIULIO, BRAVACCINI MARCO, COLOMBO ANTONELLA, DE FILIPPI FERNANDO, EVANGELISTI SILVIA, GAGLIARDI PATRIZIO, GIUDICE CARMELO, GRASSI SAVINO, MUSATI LUIGI MARIA, ROSSITTO DOMENICO, SILVERI GIULIANO, TASCHERA LEONARDO.

Sono assenti i Consiglieri:

CARELLI RODOLFO, CIMINO VINCENZO, PARRILLA MARGHERITA, SIERCHIO GIUSEPPE.

Assiste Roberto Morese che adempie alle funzioni di Segretario.

3.      Approvazione verbale n. 15 relativo alla riunione del 13 settembre 2001.

Il Presidente LIGUORI chiede al Consiglio di approvare, dopo averne dato lettura, il verbale n. 15 relativo alla riunione del 13 settembre 2001.

Il CNAM approva all'unanimità.

4.      Varie ed eventuali.

4.1       Richieste di parere Pareggiamenti:

-           Istituto musicale “Franco Vittadini” di Pavia.

-           Istituto musicale “P.I. Tchaikovsky” di Nocera Terinese (CZ).

-           Istituto musicale “G. B. Pergolesi” di Ancona.

Il Presidente LIGUORI avanza al Consiglio la proposta di pareggiare almeno i corsi inferiori. A parte ciò il Presidente ricorda che la legge 508/99 all’art. 2, comma 8, lettera e) prevede di tenere conto di quelle situazioni di carenza sul territorio di istituzioni statali, in particolare nei capoluoghi di regione quale per l’appunto il caso di Ancona.

Il Consigliere BRAVACCINI ritiene l’argomento complesso ma la soluzione deve essere analoga per tutti e tre i richiedenti.

Il Consigliere TASCHERA concorda con BRAVACCINI, ritenendo che il Consiglio non ha responsabilità politiche essendo un organo consultivo.

Il Consigliere GIUDICE illustra nel dettaglio le problematiche che si evidenziano nella scarna relazione pervenuta al CNAM da parte della commissione che ha verificato i requisiti per il pareggiamento. Per l'istituto musicale di Pavia la commissione esprime pareggiamenti parziali, una cattedra si ed un’altra no. Per gli istituti musicali di Nocera Terinese e Ancona, si tratta solo di corsi inferiori.

Il Consigliere DE FILIPPI, componente del Consiglio nazionale della pubblica istruzione (C.N.P.I.), riassume brevemente il cammino delle richieste di pareggiamento, ricordando al CNAM che le tre richieste facevano parte di un gruppo che ha già visto riconosciute le domande di pareggiamento di Castelnuovo Merulo e Rimini.

Il Consigliere SILVERI ritiene che dalla relazione non possa evincersi la qualità dell’istituzione.

Il Consigliere ROSSITTO, rilevando che le Commissioni nominate hanno prodotto un giudizio di merito dopo l’entrata in vigore della legge 508/99, senza tenerne conto, è dell’opinione che i requisiti debbano essere posseduti prima della data di entrata in vigore della legge 508/99. Esprime, quindi, sulla questione un parere negativo.

Il Consigliere BRAVACCINI, dissentendo dal collega ROSSITTO, ribadisce l’assoluta regolarità sia dell’operato delle Commissioni nominate che delle richieste presentate secondo le norme vigenti al momento.

Il Consigliere MUSATI, pur confidando nei colleghi dei Conservatori e degli istituti musicali pareggiati presenti nel CNAM, ritiene che sia doveroso da parte del Consiglio di valutare nel dettaglio tutta la documentazione.

Il Consigliere GAGLIARDI ritiene inopportuno, in mancanza dell’approvazione dei regolamenti di cui all’art. 2, comma 7, della legge 508/99, pareggiare senza un chiaro disegno della nuova struttura delle istituzioni dell’alta formazione artistica e musicale.

Il Consigliere MUSATI, insieme al Consigliere TASCHERA, prendendo atto della perplessità espressa dai docenti dei Conservatori e dalla scarsa documentazione inviata, propone al Consiglio la seguente mozione:

“Il CNAM,

vista la documentazione allegata alle richieste di pareggiamento degli istituti musicali “Franco Vittadini” di Pavia, “P.I.Tchaikovsky” di Nocera Terinese (CZ) e “G. B. Pergolesi” di Ancona, il CNAM

ritiene

di non essere nelle condizioni di esprimere un parere relativamente a documentazioni ed istruttorie realizzate al di fuori del quadro normativo introdotto dalla 508/99,

richiede quindi

a)                  un supplemento di istruttoria che, pur fondato sui criteri vigenti, sia coerente con tutti i principi espressi dalla 508/99,

b)                 l’emanazione rapida di nuovi e più efficaci procedure di accertamento dei requisiti stessi.”

Il Consigliere DE FILIPPI chiede una nuova istruttoria.

Il Consigliere BRAVACCINI chiede al Presidente di mettere ai voti la proposta di rinvio alla prossima riunione della questione per la complessità della materia trattata.

Il Presidente LIGUORI mette in votazione la richiesta di rinvio presentata da BRAVACCINI.

Votano a favore: BRAVACCINI, COLOMBO e DE FILIPPI.

Votano contro: ANGELINI, EVANGELISTI, GAGLIARDI, GIUDICE, GRASSI, LIGUORI, MUSATI, ROSSITTO, SILVERI, TASCHERA.

La richiesta di rinvio viene respinta.

Il Presidente LIGUORI mette in votazione la mozione MUSATI – TASCHERA.

Votano contro: BRAVACCINI, COLOMBO.

Votano a favore: ANGELINI, DE FILIPPI, EVANGELISTI, GAGLIARDI, GIUDICE, GRASSI, LIGUORI, MUSATI, SILVERI, TASCHERA.

Si astiene: ROSSITTO.

Il CNAM approva a maggioranza la mozione MUSATI – TASCHERA sulle richieste di pareggiamento presentate dagli istituti musicali di Ancona, Nocera Terinese (CZ) e Pavia.

Alle ore 18,00 esce il Consigliere GIUDICE.

La Presidenza ritiene che non ci siano i presupposti per approvare un documento da presentare al Ministro e chiede al Consiglio di continuare a lavorare per la predisposizione di una prossima mozione.

Alle 18,20, il Presidente LIGUORI dichiara chiusa la riunione.

 

IL SEGRETARIO 
(f.to Roberto Morese)
IL PRESIDENTE
(f.to Dora Liguori)