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120 delegati dei Conservatori di Musica, Accademie di Belle Arti e Accademie di Danza italiani, rappresentanti di oltre 4mila docenti, si danno convegno il 10 e 11 novembre 2004 a Roma nel Congresso Nazionale dell’Unione Artisti – UNAMS (Unione Nazionale Arte Musica Spettacolo), il sindacato di categoria, che celebra in quelle stesse date i 25 anni dalla fondazione.
il titolo del Congresso che riepiloga un lungo percorso sindacale e legislativo volto al riconoscimento delle istituzioni di Alta Cultura (contro i reiterati tentativi di secondarizzazione), secondo il dettato costituzionale (art. 33) cui dà attuazione la legge di riforma del 1999, che indica il livello universitario per Conservatori e Accademie, conferendo loro autonomia didattica, artistica e amministrativa. Era il 10 novembre 1979 quando Dora Liguori e Piergiovanni Damiani, per dare consistenza giuridica a un movimento di artisti, già guidati da Almerindo D’Amato e Liliana Pannella (sorella del leader radicale), dopo il rifiuto dei sindacati tradizionali a intervenire, costituirono una associazione sindacale per tutelare quel patrimonio storico culturale italiano rappresentato da Conservatori e Accademie, minacciato da una corrente di pensiero e politica che, disgiungendo la teoria e la storia dell’arte dal fare artistico pratico, delegava alle Università il Sapere “alto”, affermandone il primato su Conservatori e Accademie cui veniva affidato, invece, un ruolo meramente “tecnico”. «Come se dipingere, scolpire o suonare Beethoven fossero discipline più facili da insegnare» commenta Dora Liguori, designata alla guida della nascente “Unione Artisti - UNAMS”. Sigla mutuata da Franz Liszt, che così chiamò a metà Ottocento la sua organizzazione, fondata per tutelare le Arti in Europa, e soprattutto la libera circolazione del pensiero artistico. Altri artisti di fama internazionale hanno sostenuto la nuova “Unione Artisti”, dal M° Claudio Scimone direttore dei Solisti Veneti, “ambasciatore Unams nel mondo” e già direttore del Conservatorio di Musica di Padova, al M° Giuliano Silveri, figlio d’arte, direttore d’orchestra e direttore del Conservatorio di Musica di Perugia.
La lunga battaglia legislativa fu travagliata da campagne denigratorie e da una progressiva decadenza culturale in Italia: scomparsi dai cartelloni dei grandi Enti e Società di Concerti gli artisti italiani in favore di altri dal nome spesso sconosciuto purché straniero; chiuse le orchestre e i cori della Rai di Roma, Napoli e Milano; massiccio l’ingaggio di artisti dell’Est, a basso costo e non sempre validi, utili solo, secondo un piano preordinato, a rimpinguare le casse di quei Paesi.
Solo dopo 20 anni, il 2 dicembre 1999 il Parlamento italiano ha posto una pietra miliare per la rinascita della formazione artistica italiana, con la Legge di Riforma n. 508, relatori l’On. Luciana Sbarbati (Repubblicani-Ds) e il Sen. Franco Asciutti (Fi), la cui appartenenza a forze politiche opposte conferma l’assoluta indipendenza della battaglia per l’arte, patrimonio comune ed estraneo ad assoggettamenti partitici.
Oggi, pur con il processo riformatore ancora in atto, Conservatori e Accademie già rilasciano titoli equivalenti a quelli universitari, ma lo Stato non ha ancora provveduto all’adeguamento economico.
Il MIUR ha inoltre comunicato, in questi giorni, di non possedere fondi sufficienti per attuare la Legge 508 nella sua parte fondamentale, attinente al potenziamento delle scuole medie a indirizzo musicale e alla istituzione di licei a indirizzo. Nel sollecitare il MIUR, forti del parere univoco sui regolamenti attuativi, di Parlamento, Consiglio di Stato, sindacati e istituzioni, gli Artisti a Congresso chiederanno dunque al Parlamento di discutere e approvare con urgenza i Ddl sulla materia a firma del Sen. Franco Asciutti (Presidente Commissione Istruzione, Fi), dell’On. Angela Napoli (An) e dell’On. Andrea Colasio (Margherita), annunciando anche il ricorso al Parlamento Europeo qualora vengano disattese in Italia le loro legittime richieste.